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Fuori Tg e il mondo delle banche

Creato il 25 ottobre 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

logo-fuori-tgDi banca, si parla a Fuori Tg su Rai 3, con gli ospiti Stefano Conti, vicepresidente Federconsumatori Lazio e Nicola Borzi, giornalista Sole 24ore. Quanto costano i conti correnti e le operazioni bancarie? In Italia costano troppo?

Dipende dal loro utilizzo. In linea di massima più operazioni allo sportello si fanno e più si spende. Bonifici e prelievi sono i costi maggiori. Secondo l’analisi Banca d’Italia la spese media del 2012 per la gestione di un conto corrente è stata di 103€. La gestione del conto diventa quindi meno cara, soprattutto se confrontata con il 2010, da cui si ricava uno scarto di 6,7 euro di media.

La scelta del proprio conto corrente, lo sappiamo, va ponderata attentamente: i nostri risparmi devono essere gestiti da una banca in grado di rispondere alle nostre esigenze. Le spese che un conto corrente implicano sono, gioco forza, una variabile fondamentale. Per chi non usa il conto solo per accreditare stipendi, addebitare bollette e utenze o effettuare pagamenti, nascono i nuovi conti a pacchetto modulari, niente a che vedere con i conti a pacchetto tradizionali. Si tratta infatti di soluzioni personalizzabili, create a misura di cliente in base alle sue reali necessità. In pratica si può mettere

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nel pacchetto tutto quello di cui si ha bisogno, escludendo le funzionalità che invece non interessano. E il vantaggio cresce con i numero di prodotti della stessa banca.

Insomma nessuna sorpresa a fine anno sul saldo del conto famiglia. L’importante è scegliere bene in base alle proprie esigenze e confrontando le offerte su internet.

Ma si potrebbbe risparmiare ancora molto sfruttando le varie offerte sul mercato se fosse più semplice passare da una banca all’altra, oggi l’operazione è gratuita ma i tempi possono essere lunghi fino ad un mese e anche le informazioni sono spesso opache e i confronti difficili. Nessuno ci obbliga ad aprire un conto bancario ma è consigliabile perché la banca fatta in casa, non è più possibile a causa delle limitazioni del calcolo circolante del contante e per la tracciabilità fiscale.

I costi di gestione variano in base alla categorie di appartenenza: pensionati, giovani, dipendenti, famiglie, immigrati e singoli, ognuna di quese fa riferimento a determinate offerte di conti con particolari agevolazioni. Necessaria dunque un’attenta analisi delle effettive esigenze considerando che togliendo o aggiungendo alcune operazioni i costi si abbassano o si alzano.

E poi c’è  il “conto di base”, strumento previsto dalle misure del decreto “Salva Italia” che limitano il pagamento in contanti. Si tratta di un conto di pagamento pensato per chi ha limita

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te esigenze di operatività, aperto a tutti, ma offerto gratuitamente per le fasce svantaggiate. “Plus 24 alla fine del febbraio 2013 fece un censimento – afferma il giornalista Borzi - per vedere quante banche li avessero offerti, visto che erano obbligatori per legge, e ci siamo accorti che il totale degli italiani che ne hanno usufruito sono meno di 14.000 su una platea potenziale solo di pensionati di 800.000 unità. In realtà questi conti sono disponibili per tutti a canone limitato e per alcune categorie anche a canone zero”.

Sostanzialmente conti a canone zero o con operatività limitate erano strumenti che la legge prevedeva per incentivare la bancarizzazione dei clienti che avrebbero dovuto consentire la riduzione dell’impatto del costo dei conti correnti. Ma non hanno avuto successo perché molte banche non li hanno presentati in maniera capillare alla clientela e poi “abbiamo anche la sensazione – prosegue Borzi – che questi conti avrebbero consentito risparmi ingenti ovviamente si sarebbero tradotti in una riduzione dei ricavi delle banche stesse”.

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E se la banca non ci ascolta la soluzione può essere l’arbitro bancario istituto nel 2009. Il cliente ha la possibilità di rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) quando il contrasto sorto con l’intermediario non si è risolto attraverso la fase del reclamo.

Si trova su internet www.arbitrobancariofinanziario.it e permette di risolvere controversie senza rivolgersi al giudice. Basta compilare il modulo e inviarlo. Pagare un contributo di 20€ per avere un parere tecnico dal collegio di zona. Sono tre e hanno sede a Millno, Roma e Napoli, sono composti da 5 tecnici scelti da Banca Italia e uno dai consumatori. Uno strumento che funziona benissimo e che i consumatori stanno scoprendo grazie alla diffusione dell’informazione. Il 65% dei ricorsi sono stati a favore dei consumatori.

Infine è possibile ricorrere al conto on-line. Il risultato dimostra che un conto corrente aperto con una banca tradizionale può arrivare a costare più di 130 euro all’anno se ci si reca sempre in filiale. Operando online questa spesa diminuisce, ma attivando un conto di una Banca Online vera e propria, si risparmia oltre il 99%. . Le banche online,  mantengono la promessa di un “conto zero spese” e hanno effettivamente costi di gestione prossimi allo zero.

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Il 40% dei conti, ormai,  viene gestito via internet, percentuale in crescita costante grazie anche alla diffusione di telefonini e tablet che permettono, anche a chi ha scarse dimestichezza con il computer, di controllare l’estratto conto e fare operazioni.

Per gestirlo è necessario sapersi destreggiare con la tastiera disporre di una buona connessione internet, cosa non scontata in Italia specie fuori dalle garndi città. Bisogna conservare  la password e mantenere il pc al riparo da virus e attacchi informatici. Le banche però garantiscono un livello di sicurezza elevato garzie a un sistema di codici indispensabili per effettuare qualsiasi operazione.

La convenienza di passare a una banca online, o comunque di cominciare a operare online con un conto tradizionale, è chiarissima. Sempre più italiani stanno valutando la possibilità di cambiare conto.


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