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Future Film Festival: “McDull – The Pork of Music” di Brian Tse

Creato il 05 aprile 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

McDull - The Pork of Music

La nostra partecipazione al Future Film Festival ha avuto inizio, quest’anno, in maniera decisamente simpatica: abbiamo incontrato un vecchio amico. E non un amico qualsiasi. Si sta parlando infatti di un maialino! Sbarcando il 2 aprile a Bologna il primo film d’animazione che abbiamo voluto vedere è stato proprio McDull: The Pork of Music di Brian Tse, ennesimo capitolo di una saga molto popolare ad Hong Kong, ma che ha saputo fare proseliti anche altrove; come ben sanno, ad esempio, gli aficionados del festival bolognese e, soprattutto, del Far East di Udine.

La vita sugli schermi del celebre maialino è iniziata nel 1997 con una serie prodotta, per la neonata TV Mc Dull, dallo stesso Brian Tse. Mentre il primo lungometraggio e autentica pietra miliare dell’animazione hongkonghese, My life as McDull, risale al 2001. Con McDull: The Pork of Music sì è intanto approdati al quinto film della serie, non senza un filino di stanchezza, ma continuando a esibire un buon feeling con l’immaginario e con la cultura pop del paese d’origine, di cui vengono qui riflesse particolari inquietudini e aspirazioni sociali, seppur con toni leggeri e sfumature color pastello.

Il segreto principale della popolarità di McDull sta difatti in quel connubio di umorismo decisamente verboso (dove si rispecchiano in parte le consuetudini della commedia hongkonghese) e di fantasticherie, che nelle coloriture ultra-pop di questa trasfigurazione animata vede coagularsi sogni, frustrazioni, piccole o grandi delusioni, che hanno caratterizzato la vita della metropoli orientale in questi ultimi decenni; con un occhio particolare, ovviamente, al punto di vista di quelle famiglie appartenenti ai ceti medio-bassi, che hanno dovuto far fronte a svariati e talvolta repentini cambiamenti. Pur nella leggerezza di fondo, affiora costantemente un certo amarcord. Ed insieme a esso la capacità di adattarsi nonostante la scarsa mobilità sociale o le altre difficoltà riscontrate nel quotidiano. Le avventure del buffo maialetto in tenuta scolastica sono impostate, a livello di lungometraggi, in modo tale che ogni episodio circoscriva e sviluppi determinate tematiche. In McDull: The Pork of Music sono di scena i contraccolpi della crisi economica sulle scuole più povere, la diffusa passione per cori formati da giovanissimi e la popolarità, più generalizzata, che le star musicali del posto possono vantare. Qualche accenno di ripetitività si avverte pure, ma non si può non sorridere di fronte ad apparizioni come quella dell’amatissimo cantante, il cui character design sembra alludere tanto nelle sembianze che nelle pose all’attore e popstar Andy Lau.

Stefano Coccia      


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