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Futuro e Libertà è già il passato. FLI affonda miseramente in un mare di illusioni

Creato il 08 aprile 2011 da Iljester
08 aprile 2011 | Politica | Permalink

Futuro e Libertà è già il passato. FLI affonda miseramente in un mare di illusioniQualcuno lo dà al 4%, altri al 2%, ma sia nell’un caso che nell’altro, siamo dinanzi a un fallimento su tutta la linea. A fine 2010, pareva che Futuro e Libertà dovesse spaccare il PDL, dovesse cancellare Berlusconi dalla politica. Insomma, dovesse ripristinare lo lo status quo ante al ‘94, quello tanto sognato e agognato dalla sinistra, che senza avversari degni di nota, avrebbe avuto le competizioni elettorali sgombrate da qualsiasi imprevisto; il noto «piace vince vincere facile», per intenderci. E qualcuno ci credeva sul serio, fino a pronosticare la caduta del «tiranno» con il voto di fiducia di metà dicembre.
Niente di tutto questo è successo. Né Berlusconi è caduto, né il PDL si è sfasciato, né FLI (o Futuro e Libertà) è diventato protagonista della politica nazionale. Tutt’altro. Più passa il tempo, e più il macinino finiano mostra i suoi difetti occulti: l’essere un partito di plastica di seconda scelta. Un cartello costruito non intorno a un’idea politica definita, ma all’antiberlusconismo militante. E pian piano, chi vi aderì per semplice convinzione o amicizia nei confronti di Fini, lo sta abbandonando. L’ultimo in ordine di data è Rivellini, esponente campano di FLI. Il suo lamento è significativo: assenza di democrazia partecipata e la chiara contraddittorietà di un partito di destra che sfila sotto le bandiere rosse falce e martello, contro un esponente o un partito della sua stessa area politica. In poche parole, lo stesso mal di pancia di Adolfo Urso.
Il quotidiani naturalmente si sono sbizzarriti in proposito, e quelli cosidetti «berlusconiani» o comunque di destra, oggi suonano il requiem su FLI. Addirittura c’è chi ritiene che ormai anche Fini abbia abbandonato la sua creatura politica, e che FLI costituisca più che altro un’esperienza apripista per la futura discesa in campo di Luca Cordero di Montezemolo. Quel che è certo, è che ormai è assodato un dato ineluttabile: FLI non è un partito di destra, non appartiene alla destra, e non può essere considerato oggi nell’area di centrodestra. Se proprio dobbiamo dircela tutta, è un partito centrista che si sta autodemolendo.
Istituzionalmente parlando poi, pare che anche Napolitano si sia accorto del ruolo inter partes di Fini. Il suo favorire l’ostruzionismo della sinistra sul processo breve, evidentemente ha fatto aprire gli occhi al Capo dello Stato che non le manda a dire. Va bene – deve aver pensato – fare opposizione a questa proposta di legge; pure bene che lo si faccia con un po’ di ostruzionismo, ma non fino al punto da intasare e dunque bloccare i lavori parlamentari. Perché è chiaro che così facendo, Fini ha mostrato tutte le sue carte… e le sue debolezze.
Tutto gioco a favore di Berlusconi, che dopo il sì al conflitto di attribuzione, ora punta a far passare il processo breve e la responsabilità civile diretta dei magistrati. Leggi ad personam o meno, sono comunque provvedimenti assolutamente urgenti che dovranno tendere a ripristinare quel minimo di certezza del diritto oggi affogata nelle scartoffie delle cancellerie. È proprio di oggi la notizia del rischio della prescrizione sul processo «Parmalat». Sette anni ci sono voluti per una sentenza di primo grado, e sette anni e mezzo ci vogliono per la prescrizione del reato di aggiotaggio; sette anni che scadranno proprio fra un paio di settimane.
Non c’è che dire per la nostra giustizia lumaca, che Fini sappiamo non ha sperimentato. Per lui sono stati sufficienti appena quattro mesi per ottenere una richiesta di archiviazione e il conseguente accoglimento. Altri, diversi da lui, invece attendono anche anni prima di vedere l’alba di una sentenza, sia che si tratti di persona indagata/imputata, sia che si tratti di parte lesa. Ma del resto, non è proprio lui e i suoi nuovi amici sinistri a dire che la legge è uguale per tutti? È vero, ma a quanto pare, per alcuni è più uguale. Fortunatamente per FLI c’è la legge del consenso elettorale, e quello non pare molto disposto a fomentare diseguglianze. Il Titanic dunque affonda? Diciamo la zattera…

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Autore: Il Jester » Articoli 1379 | Commenti: 2235

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Tags: bocchino, Fini, fli affonda, futuro e libertà, Gianfranco Fini, riforma giustizia, rivellini, urso
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