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Futuro sostenibile guardando al 2025, progetto europeo FutureScapes

Creato il 08 luglio 2013 da Antonioriccipv @antonioricci

Immaginate le migliori menti europee, tra cui quelle di scienziati, scrittori, inventori, futurologi, ecologisti e artisti, tutte riunite per discutere di come rendere la nostra vita migliore e il nostro futuro sostenibile, grazie alla tecnologia. Le smart city (e non solo le city) non sono un’utopia, ma realtà: dal settembre del 2011, infatti, Sony Europe e il Forum for the Future promuovono il progetto partecipativo FutureScapes, che riunisce i migliori pensatori del vecchio continente con l’intento di esplorare il potenziale della tecnologia per creare un mondo migliore e un futuro sostenibile… nel 2025!

Futuro sostenibile guardando al 2025, progetto europeo FutureScapes

Una cosa è certa: nel nostro 2013, ci troviamo di fronte a un numero infinito di possibili futuri e possiamo stare certi che il mondo del 2025 sarà molto diverso da quello che conosciamo oggi.

FutureScapes, ha svelato i primi particolari di quattro concept tecnologici che potrebbero essere il punto di partenza per un futuro sostenibile e uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente che ci circonda.

#1 La Internet of Things Academy (e la Iot non avrà più segreti)

In un mondo sempre più altamente tecnologizzato, il divario tra chi sa scaricare e usare i dati e chi non ha competenze sufficienti potrebbe rappresentare un sostanziale problema (anche nell’ottica di un futuro sostenibile per tutti). La Internet of Things Academy (Iota) serve per descrivere in che modo, un giorno, il world wide web sarà connesso a tutti gli oggetti d’uso quotidiano. In pratica sarà una piattaforma centrale multi-funzione, pensata per per facilitare il coordinamento di hardware, software e dati e renderne la fruizione più intuitiva (con una serie completa di tutorial). Permetterà un accesso illimitato e darà quindi a tutti la possibilità di manipolare i dati per creare gli strumenti desiderati. Non sarà più necessario fare parte della ristretta elite di esperti nell’arte dei codici, ma anche il grande pubblico potrà entrare attivamente nei meccanismi della iot. Alcuni esempi? Un programmatore esperto potrà aiutare gli agricoltori locali a monitorare la qualità del suolo, oppure una casalinga sarà in grado di controllare il consumo di energia elettrica in casa propria, semplicemente attraverso Twitter! I progetti della Iota percorreranno strade molteplici: insegneranno alle persone come utilizzare l’hardware e il software che stanno alla base di questo mondo iperconnesso, permetteranno di creare sia semplici sensori ambientali, che complessi modelli economici sperimentali, o promuovere iniziative pubbliche di monitoraggio della salute.

La Internet of Things Academy favorirà un vero senso di comunità tra esperti e principianti: una felice base di partenza per costruire il nostro futuro sostenibile.

#2 L’iper-villaggio: anche le aree rurali saranno high-tech

Entro il 2050, il 75% della popolazione mondiale vivrà in città. Che tipo di futuro aspetta al restante 25%? Le menti del FutureScapes hanno pensato a HyperVillage. Nel perseguire un futuro sostenibile ci sarà la necessità di annullare il vuoto (virtuale/reale) tra le comunità rurali e quelle urbane sempre più estese. L’idea che sta alla base dell’iper-villaggio è quella di una comunità rurale autosufficiente e connessa a livello globale. Come sarà possibile? Le aree non urbane, parte di questo grande villaggio iperconnesso,saranno supportate da software e hardware high-tech, che instaureranno un proficuo rapporto ibrido con la natura. Ciò permetterà alle comunità rurali di vivere in maniera più sostenibile, applicare nuove tecnologie per la gestione ottimizzata delle risorse naturali, monitorare le risorse locali o anche viaggiare virtualmente per gli spazi urbani, in occasioni di eventi e occasioni particolari. L’iper-villaggio infatti si spingerà oltre l’esperienza materiale, per puntare anche sulla condivisione di conoscenze e informazioni. In questo modo, anche quel 25% di popolazione mondiale, potrà essere parte attiva del nostro futuro sostenibile.

#3 Wandular, un compagno fedele

Oggi c’è lo smartphone (qualcuno usa il tablet, poi c’è chi parla di dei Google Glasses mentre altri pronosticano gli smart watch). La corsa al nuovo modello tecnologico di ogni tipo di dispositivo è una prassi, lo sappiamo. Nel futuro invece non sarà più: si chiamerà Wandular e sarà una bacchetta magica modulare multi-funzione in grado di evolversi insieme all’utente per dieci o più anni, pronto a diventare una specie di nostro tecno-compagno inseparabile. L’idea è quella un unico dispositivo che ci accompagni per tutta la vita, che abbia un valore sentimentale sempre più significativo con il passare del tempo. Wandular punta dunque a insegnarci un nuovo modo di relazionarci con il dispositivo elettronico, a rendere la tecnologia più umana, a placare il nostro istintivo bisogno di nuovi oggetti, oltre ovviamente a ridurre il quantitativo di componenti elettronici deperibili. E lo fa essenzialmente sfruttando due aspetti: da una parte un design più duraturo possibile dal punto di vista pratico ed emotivo (e per questo anche personalizzabile), e dall’altra la tendenza a proporre servizi basati sul download da una piattaforma in cloud. Il dispositivo può essere così aggiornato e includere sensori di movimento, proiettori, moduli di generazione di energia, e molto altro ancora, tutto generato da una stampante 3D per ridurre al minimo l’impatto ambientale e fare la sua parte per assicurarci un futuro sostenibile!

#4 Il cambiamento, ovvero la nascita della tecno-filosofia

Si tratta essenzialmente di una filosofia tecnologica, volta ad accrescere il benessere dell’uomo, in linea con le sue esigenze e in un’ottica di futuro sostenibile. L’idea è quella di raggiungere il giusto equilibrio tra essere sempre più connessi alle tecnologie e assicurarci del fatto che queste favoriscano davvero la nostra produttività. La tecnologia digitale, infatti, ha cambiato il nostro modo di vivere, ma c’è ancora una lunga strada da percorrere per poter rivoluzionare davvero il nostro personale benessere e connetterci con la natura in un futuro sostenibile alla portata di tutti. La domanda che si sono posti i pensatori di FutureScapes, in questo caso, è stata più o meno questa: la nostra relazione con l’ICT può proseguire senza danni lungo la traiettoria attuale, fino al 2025? Una maggiore connettività si traduce sempre in un incremento della produttività o sarebbe meglio valutare un approccio più proporzionato alla tecnologia? La risposta che si sono dati è stata chiara: è il momento di rifocalizzare il rapporto tra società e tecnologia in modo che quest’ultima soddisfi realmente i bisogni umani.

Da thebizloft.com



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