Potremmo definirlo come il secondo e conclusivo atto delle vicende processuali legate ai fatti del G8 di Genova, che dopo la condanna della Cassazione, emessa il 5 luglio, per i vertici della polizia (e la prescrizione per le condanne per le lesioni degli agenti) per i fatti, ma chiamiamolo massacro, della Diaz, domani vedrà sempre la Cassazione esprimersi sui 10 “black Block” (ma quelli veri erano probabilmente già lontani mentre la polizia picchiava duro nella Diaz) andati a processo. Sono accusati per i disordini e i danneggiamenti verso beni privati e pubblici. Insomma devastazione e saccheggio.
E’ vero, si sono macchiati di reati contro beni pubblici o privati, e probabilmente qualcosa dovranno pure pagarlo, ed è giusto. Ma teniamo a mente che non hanno ucciso nessuno a colpi di pistola, non hanno massacrato nessuno a colpi di manganello, non hanno falsificato prove per non andare in galera. Insomma, non sono santi ma nemmeno mostri. E soprattutto non erano solo loro, non possono, non dovrebbero pagare per tutti.
Intanto la campagna «10×100. Genova non è finita. Dieci, nessuno, trecentomila» ha raccolto 25mila firme. La campagna, che vede tra i firmatari Margherita Hack, Elio Germano, Erri De Luca, Curzio Maltese ed altri si batte perché venga annullata la sentenza di appello pronunciata il 9 ottobre del 2009.
Domani sapremo quale sarà il verdetto.
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