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Gaia: alla scoperta della Via Lattea. Ecco l’Italia in che modo parteciperà

Creato il 20 dicembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

Con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) la ricerca italiana riveste un ruolo di primo piano nella missione Gaia.

(link2universe.net)

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La missione è stata lanciata dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e destinata ad ottenere la prima mappa completa e dettagliata della Via Lattea. Nell’analisi dei dati che il satellite Gaia fornirà nei prossimi cinque anni sono infatti coinvolti otto centri di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e con l’Asi data Center (Asdc), nel quale lavorano ricercatori dell’Inaf e dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Secondo la società Oracle, incaricata della gestione dei dati scientifici analizzati nei centri italiani, si prevede che nei suoi cinque anni di attività la missione Gaia produrrà fino a un milione di gigabyte (un petabyte) di dati astronomici.

Per il presidente dell’Inaf, Giovanni Bignami, “la missione Gaia testimonia l’eccellenza nell’astrofisica del nostro Paese”. E’ un’eccellenza – aggiunge – che ci viene riconosciuta nei consessi internazionali grazie anche al contributo di tanti giovani ricercatori che meritano di poter svolgere il loro lavoro senza dover abbandonare il proprio Paese”.

Soddisfatto anche il presidente dell’Asi, Enrico Saggese, per il quale “il lancio di Gaia è un nuovo grande successo per la scienza dell’Esa. L’obiettivo è fare precise e dettagliate osservazioni stereoscopiche di oltre un miliardo di oggetti che fanno parte della nostra Galassia. Dai dati provenienti dai telescopi di Gaia ci aspettiamo, quindi, risultati di particolare rilievo nel campo dell’astrometria, notevolmente migliori rispetto ai risultati ottenuti dal satellite Hipparcos”. Questa missione, ha aggiunto, “vede molta Italia impegnata in prima persona, grazie al contributo dell’ industria e della ricerca che si svolge nel nostro Paese”.

Per Mario Lattanzi, dell’ Osservatorio di Torino dell’Inaf e responsabile del gruppo di coordinamento italiano, “per la prima volta potremo misurare direzioni e distanze su scala galattica. È come quando i cartografi hanno disegnato le prime mappe per guidare i capitani delle navi” e ”in cinque anni avremo la più grande mappa celeste mai realizzata”.

E’ partito Gaia ieri, il “collezionista di stelle”, dallo spazioporto di Kourou, nella Guyana Francese, a bordo di un lanciatore Soyuz alle ore 06,12 locali (le 10,12 in Italia). Un milione e 500 mila chilometri da percorrere per raggiungere il “punto lagrangiano numero 2″, una zona di spazio dove l’attrazione gravitazionale della Terra, del Sole e della Luna si annullano, evitando così che i potenti telescopi di cui è dotata Gaia subiscano interferenze. Gaia sarà in posizione tra circa un mese e operativo, dopo la verifica e la taratura dei sistemi, tra cinque.

Gaia ha compiti più che ambiziosi. In cinque anni di vita “collezionerà” oltre un miliardo di stelle, l’1% di quelle che secondo le ultime stime popolano la Via Lattea. Compirà, cioè, un vero e proprio censimento celeste. Ma non si limiterà a contarle: ogni stella sarà misurata 70 volte nell’arco della missione e Gaia riuscirà a determinarne la posizione, la velocità, la distanza dalla Terra, il colore e la luminosità. Lo farà grazie alla straordinaria fotocamera di cui è dotato il satellite: 106CCD ognuno da 9 milioni di pixel per un totale di un miliardo di pixel, creando così la più precisa mappa 3D della Via Lattea. Non scatterà fotografie vere e proprie ma saprà individuare stelle con una luminosità 400 mila volte inferiore agli astri visibili dalla Terra: Gaia ha occhi tanto potenti che sarebbero in grado di individuare una moneta da un euro posata sulla superficie della Luna. Il costo della missione è di circa 1 miliardo di euro e il satellite è stato realizzato da Astrium.

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