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Gambit di M. Hoffman

Creato il 18 febbraio 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Nel 1966 Mike Lobell presenziò alla prima di una commedia inglese, Gambit, rimanendone affascinato. Ma Lobell all’epoca viveva ancora a Londra e non si occupava di cinema, inoltre il film non ebbe molto successo e passò inosservato ai più. Quaranta anni dopo, ormai diventato produttore di successo, Lobell ritrova tra i suoi archivi questa pellicola e decide di mettersi al lavoro.
Gambit: sorprendente e spiazzante mossa iniziale con il quale il giocatore sacrifica un punto a favore dell’avversario per assicurarsi un vantaggio strategico in una fase più avanzata del gioco.
Harry Deane (Colin Firth) è un curatore di mostre che spesso si imbatte nell’arrogante, egocentrico ed avido Lionel Shabandar (Alan Rickman) l’uomo più ricco d’Inghilterra. Harry decide che Shabandar è l’uomo perfetto per la sua truffa: facendogli credere che una ragazza texana, PJ (Cameron Diaz), abbia ereditato dal nonno un Monet originale, cercherà di indurlo a sborsare una piccola fortuna.
Il film ha avuto davvero una lunga incubazione che ha visto susseguirsi diversi sceneggiatori, registi ed attori. La vera svolta è avvenuta nel 2003 quando dello script si sono interessati i fratelli vincitori d’Oscar Joel ed Ethan Coen (El Grinta, Non è un paese per vecchi). Malgrado il film sia ispirato all’omonimo inglese del 1966, è difficile pensare a Gambit come ad un remake di quest’ultimo. Il regista della pellicola, Michael Hoffman (The Last Station, Il club degli Imperatori, Un giorno per caso) afferma addirittura: “Non conosco bene il film originale e a mio avviso l’unica cosa che i due film hanno in comune è la presenza di un uomo che ha un piano ben preciso in mente.
I fratelli Coen hanno modificato radicalmente la storia, spostandola negli Stati Uniti e mostrando la città di Londra con gli occhi di PJ, una ragazza texana, che la vede come un luogo esotico e decisamente diverso dal Texas. Ecco così che il film diventa “un’arguta commedia sullo scontro tra culture” in cui i dialoghi scritti dai Coen assomigliano ad elaborati scioglilingua. Gli attori ammettono che spesso capita, durante le riprese di una commedia, di cambiare o improvvisare qualche battuta. In questo caso, ci spiega la Diaz, è stato però impossibile perchè “alla fine tornavamo sempre alla versione originale perché la scrittura dei Coen possiede un ritmo perfetto, quasi musicale.”
Quella che sicuramente è la vera anima della storia è il rapporto tra Harry (Colin Firth) e PJ (Cameron Diaz) persone diametralmente opposte che si incontrano e dovranno lavorare fianco a fianco. “La rigidità di Harry Deane, risultato dell’educazione ricevuta in una severa scuola pubblica, viene messa in contrasto con la totale incoscienza e spontaneità di PJ.” Ed ecco che capiterà di vedere Deane e l’amico tedesco, esperto d’arte (Stanley Tucci), vestiti di tutto punto in mezzo ai rozzi cowboy texani, mentre assistono al rodeo di PJ. La ragazza texana interpretata da Cameron Diaz, infatti, è una persona semplice: lavora in un allevamento di polli, ma la sua vera passione è il rodeo e in particolare il tiro del lazo, pratica per cui l’attrice si è dovuta esercitare sul campo: “Mi sono allenata con un professionista. Non ho provato su animali vivi, ma su un vitello di ferro battuto, trascinato da un trattore. Mi sono divertita come una pazza!” PJ è una ragazza semplice, ma nella semplicità trova la sua chiarezza e verità, come quando con forte accento texano, incomprensibile per tutti i Londinesi, snocciola i vecchi proverbi di sua nonna, che hanno sempre un fondo di saggezza e verità.
Cameron Diaz (Tutti pazzi per Mary, Gangs of New York) racconta di essersi molto divertita ad interpretare questo ruolo da cui era stata inizialmente attratta grazie alla sceneggiatura dei fratelli Coen ed alla possibilità di lavorare con un attore da Oscar come Colin Firth.
Colin spiega così la sua decisione, dopo un iniziale rifiuto, di accettare il ruolo: “La sceneggiatura ha qualcosa di unico. L’idea di partenza è simile, ma il ‘sapore’ ed i personaggi scritti dai Coen sono totalmente diversi. Leggendola ho riso come un pazzo e sono poche le commedie che provocano quest’effetto nella fase di lettura. Dopo aver interpretato delle storie così seriose (A single Man, Il discorso del Re, n.d.r.) avevo voglia di qualcosa di più leggero e sguaiato. Mi piace mettermi in ridicolo sul grande schermo.
Ed ecco che l’avventura di Gambit finalmente prende il volo con tutto il suo cast al completo. Una commedia che spazia, unisce e divide due culture, quella americana e quella inglese, con i suoi paesaggi, modi di essere e, soprattutto, i suoi abitanti. Colin Firth e Cameron Diaz, diretti da Michael Hoffman, creano, parole del produttore Mike Lobell: “Una commedia classica eccentrica e sofisticata, con un cast eccellente: un sogno diventato realtà.”
Dal 21 febbraio al cinema.

di Mara Telandro

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