Rieccoci di nuovo qui a parlare del nostro simpatico nuovo amico: l’esperto di colloqui di lavoro, il mago della risposta zittisci-selezionatore, il Marta Stewart del Trovolavoro.
Questa volta però non voglio parlare delle SUE risposte perfette alle domande più fatte ai colloqui di lavoro… ma delle MIE. E, se vorrete, delle VOSTRE.
Dopotutto, qualcuno di voi mi ha già scritto, strappandomi calde risate e un sorriso per l’intera giornata.. meritate di sapere che non siete gli unici, ad aver pensato di rispondere così… e che invece si sono morsi la lingua e hanno fatto un bel sorriso finto.
Prima di cominciare, lasciate che vi avvisi: pure nel completo pallone, nel totale terrore di sbagliare, o nella serafica convinzione di riuscire a portare a casa un buon colloquio, ognuno di noi si troverà ad affrontare ciascuna domanda con 2 voci nella testa. Quella interiore che sbraita parole a raffiche di 50 ogni nanosecondo, quasi impedendoci di pensare veramente, e la calma, buddhista voce esterna che reciterà le risposte che avrete precedentemente imparato a memoria. Dal libriccino, ovviamente.
Nessuna delle due voci vi aiuterà, anzi, non faranno che farvi sentire una replica di una di quei personaggi delle sit-com, che finscono solo per combinare pasticci, in un caso, o un pallosissimo automa che recita risposte a pappagallo, palesemente preparato. Palesemente veterano dei colloqui. Un perdente, visto che di lavoro ancora neanche l’ombra.
E giocare la carta del “nessuno mi comprende veramente” non vi aiuterà, perciò è meglio che cominciate a zittire – o perlomeno accorciare il guinzaglio – alla vocetta interiore, e che uccidiate il pappagallino borioso con la lezione già pronta.
Questo è un consiglio che vi do io. Che non sono certo un’autorità in materia di colloqui, ma che almeno cerco di non collezionare fiaschi totali, di divertirmi sempre e comunque facendo quello che faccio (si, anche un colloquio di lavoro ha il suo lato comico ed è meglio che cominciate a vederlo, e non solo a… posteriori. Vi aiuterà a mantenere una certa rilassatezza e non prendere tutto così sul serio.. ne va della vostra salute e vi cambierà la vita!) e a mantenere sempre uno smalto di freschezza nel vostro approccio che, se non altro, vi aiuterà a distinguervi dalla massa.
Dopotutto, distinguersi è un bene (anche se esagerare non lo è…)
E dunque, ecco le prime famigerate 30 domande, e le relative migliori risposte che sarò mai in grado di dare nel frangente di un surreale, pallosissimo, fin troppo tipico, colloquio di lavoro:
- Parlami di te
Voce interiore: occ…e non potevi leggerti le mie 3 pagine di cv. Alla fine ci sono persino le mie competenze sociali e alcun accenni della mia storia personale… porca miseria, un altro selezionatore pigro!
A voce alta: Certo, signore. Parto riassumendo brevemente il mio corso di studi e le illustro le ultime esperienze lavorative.. bla bla bla minuti di pallosissima elencazione dei sopracitati paragrafi del cv, fino a che il selezionatore mi interrompe dicendo che può bastare.
Voce interiore (reload): guardi, al di là di corsi di studio, inutili pezzi di carta acquisiti, e una variegata esperienza sul campo, se le posso dire, il tratto fondamentale che riassume perfettamente la mia essenza è che faccio un ottimo caffè.
- dimmi i tuoi punti di forza
A seconda del fatto che abbiamo risposto più o meno bene alla domanda 1, la domanda 2 potrebbe anche non venir menzionata. Ma se il selezionatore è particolarmente duro di comprendonio…
Voce interiore: dovevo mettere una maglietta più scollata. In questo modo i miei punti di forza non sono abbastanza in evidenza, e non posso mica dirgli “Ho le tette grosse”. Non è fine.
A voce alta: Certo, signore. Parto riassumendo brevemente le mie capacità di team leader, di lavoratrice autonoma, di problem solver, di supercalifragilistichespiralidoso manager, di Tata MAtilda di qualsiasi situazione..e bla bla bla minuti di pallosissima elencazione delle sopracitate capacità, fino a che il selezionatore mi interrompe dicendo che può bastare.
Voce interiore: guardi, al di là del fatto evidente, che ho le tette grosse, se le posso dire, il mio punto di forza è che so fare un ottimo caffè. Lo so preparare sia in completa autonomia che supervisionando altre risorse, lo servo con eleganza, al momento giusto, e con discrezione, e so fare la schiumetta con il cacao a cuore.
- Dimmi i tuoi punti di debolezza
Voce interiore: io NON HO punti di debolezza, io sono un fottuto rottweiler.
A voce alta: cincischio, adducendo qualche debolezza di poco conto: meglio andare a sottendere che sono gli altri che vedono la mia serietà in maniera sbagliata, piuttosto che affermare candidamente che non ho difetti. Non la prenderebbe bene, e nemmeno se accennassi al mio essere orientata al risultato e completamente autonoma, o al fatto la mia allergia agli scansafatiche viene sempre scambiata per boria, e la mia dedizione al lavoro per “krumirismo”.
- Perché vuoi cambiare lavoro?
Voce interiore: perché la mia azienda mi ha buttato in mezzo a una strada. Onestamente: ma sei scemo? Ma chi sano di mente si mette a cambiare lavoro di questi tempi??
A voce alta: Perché amo le sfide, mi piace tenermi occupata, non restare seduta sugli allori, ma continuare il percorso di crescita intrapreso con l’inizio degli studi e bla bla bla… sulla fantastica opportunità di crescita che questo lavoro rappresenta…
- Perché vuoi lavorare qui da noi?
Voce interiore: perché ho fatto ricerche e siete una delle poche aziende che ancora onorano il salario ai propri lavoratori, e a me servono soldi per pagare l’IMU
A voce alta: Perché è l’azienda dei miei sogni e ho sempre sognato di lavorarci, fin da quando ho cominciato in questo settore. (e visto che siamo bravi e abbiamo preso informazioni, a questo punto tiriamo fuori una storia del passato –ma abbastanza recente – di questa azienda e fingiamo che ci sia stata d’ispirazione per sognare di lavorarci un giorno.
- Dove ti vedi tra 5, 10 anni?
Voce interiore: vorrei dire ricca sfondata o a fare la mantenuta, ma la verità è: in mezzo a una strada, o a fare un lavoro del cavolo come quello per cui mi state colloquiando, sottopagata pur essendo sovraqualificata, e con due balle così di voi e di tutta la vostra progenie.
A voce alta: Qui (nessuno vuol sentirsi dire che lo useremo come trampolino di lancio per poi navigare verso acque migliori) ma con rispetto parlando nella posizione di quello che sarebbe il mio diretto superiore attuale, o il superiore del mio superiore, o una nuova figura dirigenziale creata ad hoc per la nuova divisione operativa che avrò progettato, creato e sviluppato. Bisogna essere delle stronze ambiziose.
- Non sei troppo qualificato per questa posizione ?
Voce interiore: ahahahahahahahahahaaha ma checcazz… nooooooooooooo. Certo che nooooooo ahahahah. Ma per la posizione superiore avete preso quel raccomandato del figlio dell’amministratore delegato, perciò mi devo accontentare.
A voce alta: non mi manca certo spirito di adattamento, e sono una persona che crede nel rimboccarsi le maniche e dimostrare quello che valgo. Dopotutto possiamo crescere insieme e beneficiare mutualmente delle mie esperienze e conoscenze, maturate in ogni caso in un settore diverso…
Voce interiore (reload): non sono choosy. Anche se ho 2 lauree e vari dottorati non sono mai stata qui a farvi il caffè, ma c’è sempre una prima volta. Dopotutto l’importante è il risultato, e il mio caffè è veramente ottimo.
- Come gestire i silenzi
Non è una domanda. Limitiamoci a sorridere in maniera affabile e mostrarci in intelligente attesa della prossima mossa, che deve essere fatta dal selezionatore.
È lui che comanda. Noi siamo qui solo per il caffè.
- Perché dovremmo scegliere Lei?
Voce interiore: e perchè no? perchè non darci una botta di vita e uscire dal solito loop del raccomandato, e prendere me, che in fondo sono relativamente gnocca, so fare bene il caffè, e bacerò la terra dove camminate se mi darete uno stipendio fisso e non mi romperete troppo le palle?
A voce alta: perché sono una persona fortemente motivata, con un’irreprensibile etica del lavoro, che muore dalla voglia di lavorare per voi (una defaillance emotiva a questo punto ci sta, basta che non vi mettiate a supplicare) e che non vi deluderà. Bisogna essere delle stronze ambiziose.
- Perché non lavora da cosi tanto tempo?
Voce interiore: perché il mestiere di Bastianasso mi calza a pennello, genio. Ma secondo te? Che cosa di “mi hanno dato un calcio in culo e buttato in mezzo a una strada” non hai capito? E li guardi i tg? Non lo sai che c’è la crisi??
A voce alta: perché mi sono presa una pausa di riflessione per ampliare le mie conoscenze in materia di ***, fare altre esperienze in autonomia, affrontare dei corsi di studio specifici, lanciare la mia attività…
- Sei disponibile a viaggiare o trasferirti ?
Voce interiore: se pagate voi, certo
A voce alta: assolutamente. Le buone opportunità di collaborazione sul territorio o all’estero vanno coltivate.
- Vedo che tra gli interessi hai messo X, che buoni libri hai letto ultimamente?
Voce interiore: hahah un assist a porta vuota! “50 sfumature di grigio”, e non vedo l’ora di mettere in pratica tutto gli ottimi consigli che ci ho trovato. in ogni caso, voi non mettete mai gli interessi nel vostro cv: è cheap, e comunque non sono fatti del selezionatore che cosa mi piace fare nel mio tempo libero.
A voce alta: dite una cazzata qualsiasi, se questo sfigato non legge una pagina di cv, si mette a leggere un libro secondo voi??
- Che interessi hai al di fuori del lavoro ?
Voce interiore: il doppio lavoro?
A voce alta: una stronzata qualunque, tanto al selezionatore non interessa vuole solo assicurarsi che non siate un serial killer.
- Dimmi una volta in cui il tuo lavoro ha avuto delle critiche
Voce interiore: mai, e comunque solo perché il mio capo non capiva una mazza ed era uno stronzo incompetente e frustrato che si rivaleva tramite il potere di vita o di morte su di noi, donne più intelligenti.
A voce alta: dite una cazzata. Dite che facevate molti errori, ma tutti di poco conto, e che avete imparato una lezione da ciascuno di essi. A nessuno piacciono le stronze saccenti che non sbagliano mai: meglio apparire stupidine. Sempre.
- Quali sono i punti di forza e di debolezza della tua impresa attuale ( ex capo, management etc)
Voce interiore: ahahaa dunque. Erano tutti degli incompetenti raccomandati, mentre le donne esercitavano tutte la professione. Per questo loro sono ancora lì, genio.
A voce alta: L’incapacità, endemica ormai per la stragrande maggioranza delle piccole aziende italiane, di tenersi al passo con il mercato, in un’ottica di costante sviluppo e di anticipazione delle esigenze del mercato. Proprio perché invece la vostra azienda non si adatta supinamente al mercato ma ne anticipa gli sbocchi, desidero lavorarci.
Voce interiore: tiè, e porta a casa.
- Non avere le caratteristiche richieste
Riprendiamo dal punto 16, che non è nemmeno una vera domanda, ma in ogni caso:
- mo ti accorgi che non ho le caratteristiche richieste? E da cosa l’hai capito dalla maglia troppo accollata?
- è colpa tua che m’hai chiamato lo stesso per il colloquio, facevi meglio a leggerlo, quel cavolo di cv!
E voi a questo punto… cominciate a supplicare come se non aveste dignità.
- Come saresti a dover riportare a una donna ( uno più giovane, un appartenente a una minoranza)
Voce interiore: guardi meglio una donna stronza che un altro viscido rettile come l’ultimo che ho avuto. Io sono la regina delle stronze.
A voce alta: menomale che sono una donna così non mi devo porre il problema di essere schizzinosa in tal senso.
- Sulle informazioni confidenziali
??? cos’è, non gli piace il mio segno zodiacale?
- Sono un po’ dubbioso per il fatto che non hai tanta esperienza quanta vorremmo.
Voce interiore: e io ho il dubbio che non hai capito il mio cv perché, a differenza tua, esso parla un italiano corretto.
A voce alta: potreste mettermi alla prova: non c’è modo migliore per valutare la mia esperienza, e del resto il cv che ha in mano p solo un pezzo di carta che di certo non rende giustizia all’ampiezza di situazioni che nei miei ** anni di lavoro ho affrontato.
- Perché dovrei prendere qualcuno esterno quando potrei promuovere un interno ?
Voce interiore: Non lo so me lo dica lei. Quali sono le vostre politiche aziendali in merito? Non c’è qualche figlio di un vostro dirigente che vuol fare questo lavoro? Vi semplifichereste le cose…
A voce alta: perché in ogni caso la risorsa interna andrebbe formata, con il rischio però di non avere un’iniezione di sangue fresco, nuove idee, o qualcuno con una visuale più ampia e meno legata alla realtà aziendale così com’è. Il vostro scopo è mantenere lo status quo o innovare ed allargare il vostro business?
- A poter tornare indietro cosa avrebbe fatto di diverso nella sua vita?
Voce interiore: me la sarei presa con più calma ed avrei fatto anche io la lavativa come tutti gli altri, visti i risultati.
A voce alta: non amo avere rimpianti, non è così che sono fatta. Ogni decisione che ho preso l’ho presa in coscienza per come credevo fosse la migliore decisione per me, e di conseguenza lo è stata. Sono io padrone del mio destino (Cit. Nelson Mandela)
- Può lavorare sotto pressione
Voce interiore: “sotto pressione” è il mio secondo nome
A voce alta: in azienda, un po’ per un difetto congenito del mercato in cui operava, un po’ per mancanza di prospettiva endemica alla realtà aziendale, ci trovavamo spesso a lavorare senza un’agenda, e quindi all’ultimo minuto. È una bella sfida che mi ha insegnato ad avere tempi di reazione brevissimi e ad essere preparata a tutto.
- Come mai non guadagna di più a questa fase della sua carriera?
Voce interiore: … me lo dica lei. Perché sono Madre Teresa di Calcutta? Perché sono una donna ma non una santa? Perché il mondo è pieno di str..??
A voce alta: è un dettaglio che infatti sto cercando di migliorare, anche se il mio primario interesse è sempre stato svolgere un buon lavoro, in linea con le mie aspettative di crescita costante, convengo con lei che il dettaglio remunerativo si possa e debba decisamente esser migliorato. Mi piace che siamo in sintonia su questo.
- Qual è stata la decisione più sofferta che ha mai preso?
Voce interiore: non prenderti a testate ora. forse dopotutto SONO una santa.
A voce alta: Lasciare il mio precedente lavoro.
Voce interiore (reoad): rinunciare al caffè con la panna e metterci solo il latte. È più digeribile.
- Qual è stato il lavoro più noioso che ha mai fatto
Voce interiore: non sono stati un lavoro, ma gli ultimi 20 minuti qui hanno aperto un nuovo orizzonte di significato della parola “noioso”
A voce alta: non esistono lavori noiosi, solo approcci sbagliati al lavoro che si sta svolgendo. E io lo so: gestivo fogli excel da 15/30.000 righe con le produzioni per mercato e canale, nella precedente azienda.
- Sei mai stato assente dal lavoro per più di un paio di giorni nei precedenti lavori?
Voce interiore: no cacchio no! E invece vorrei averlo fatto! Vorrei essermi goduta la vita!
A voce alta: Per le ferie, quando l’azienda chiudeva, conta? Ho subito un ricovero ospedaliero, ma poi ho interrotto la degenza una settimana prima di quella consigliata dal medico per il rientro a lavoro. Come vede avevo ragione io: sono sopravvissuta.
- E’ un problema lavorare la notte o nei weekend?
Voce interiore: la notte? Non sono mica una signorina allegra. E poi non lo so: per voi è un problema corrispondere il rispettivo aumento di salario, maledetti sfruttatori spilorci??
A voce alta: nei weekend non è un problema, provengo dal settore turistico: noi lavoravamo quando gli altri erano in vacanza. Ma la notte per me è un limite assoluto, in quanto donna, spero che capisca perché.
- Come mai ha cambiato cosi tanti lavori?
Voce interiore: mi annoiavo perchè sapevo come andava a finire la storia.
A voce alta: non mi piace fossilizzarmi su una cosa, e ho una mente avida di informazioni e che accumula in fretta conoscenza. Mi piace fare esperienza diretta di ogni aspetto di una cosa, perciò ho spontaneamente cercato di approfondire tutti i campi di specializzazione all’interno di quella business unit.
- Come avrebbe potuto fare carriera più velocemente?
Voce interiore: ahahah non me lo stai chiedendo veramente, …o si? Ok, si. Ok, ha a che fare con: le tette, il fatto che la mia ex amica zoccola che va a letto con il mio ex capo ha ancora un lavoro – il mio – e io no, e…uhm… anche quella storia delle notti?
A voce alta: ….non sono sicura di aver.. capito…
Voce interiore: oh, cacchio, non glielo posso mica dire.. ma ti pare che se lo sapevo ne stavamo qui a parlare? Cioè c’è la gente stupida, ma ci deve pur esser un limite… oh, cacchio, neanche questo glielo posso dire..
…
…
Game over.
Siamo senza lavoro.