Giornata di interrogatorio per il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza con due temi principali: il depistaggio di Scarantino sulla strage di Via D’Amelio e l’inesperienza di Cosa Nostra in fatto di elettronica, facendo sempre riferimento all’attentato a Paolo Borsellino.
Spatuzza ha riferito la confidenza ricevuta da Di Trapani durante l'incidente probatorio disposto nell'ambito della nuova indagine sulla strage di via D'Amelio: «Seppi da Nicola Di Trapani che Scarantino in carcere veniva malmenato».
Di Trapani era detenuto insieme a Scarantino nel carcere di Pianosa e lo stesso Scarantino, protagonista di diverse ritrattazioni, ha denunciato di essere stato costretto con la forza a coinvolgere una serie di personaggi, alcuni dei quali poi ingiustamente condannati per la strage, da esponenti delle forze dell'ordine.
Ma non si è fermato a questo Gaspare Spatuzza facendo intendere che gli attentati compiuti usando strumenti come i telecomandi riuscirono solo quando Cosa Nostra si avvalse di aiuti esterni. : «Cosa Nostra non sa molto di elettronica e molto spesso gli attentati fatti con questi mezzi sono falliti. Quelli che non sono falliti...».
Spatuzza, che ha fatto riaprire l'inchiesta sull'attentato in cui morì il giudice Paolo Borsellino, ha ribadito che nel garage in cui, il giorno prima della strage, venne imbottita di tritolo la 126 usata come autobomba «c'era un uomo di circa 50 anni che non apparteneva a Cosa Nostra».
Alla domanda del procuratore aggiunto di Caltanissetta Nico Gozzo su come facesse ad escludere l'appartenenza alla mafia di una persona che non conosceva il collaboratore ha risposto: «Ne sono assolutamente certo».
La rivelazione, già fatta dal pentito, non ha però trovato ulteriori riscontri che provino la presenza nel garage di soggetti appartenenti ai servizi segreti, ipotesi avanzata all'inizio delle indagini.
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