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Gassman e il suo Roman, Pirandello e i suoi giganti

Creato il 03 marzo 2011 da Naimasco78

Gassman e il suo Roman, Pirandello e i suoi gigantiHo assistito a due notevoli spettacoli teatrali, la settimana scorsa. Il primo è  “Roman e il suo cucciolo”, un riadattamento di Cuba and his Teddy bear, di Reinaldo Povod che fu portato in scena nel 1986 da Robert De Niro. La regia è di Alessandro Gassman, che è alla sua terza prova da regista ed è anche interprete principale. Il protagonista è Roman, interpretato da Gassman appunto, un rumeno immigrato in Italia che vive in un appartamento che per alcuni potrebbe sembrare un interessante loft di derivazione industriale, ma che in questo caso aveva l’intento di sembrare un’ abitazione non certo di prima scelta. Roman vive con suo figlio che lui chiama cucciolo, un adolescente apparentemente diverso da lui, che vuole essere diverso da lui, per gli interessi alla letteratura e allo studio che dimostra, ma che finirà inevitabilmente per somigliare al padre più di quanto lui voglia ammettere. Con loro, uno zio pugliese, volgare, invadente e stereotipato, ma allo stesso tempo affettuoso e interessato soprattutto alla situazione nella quale cucciolo è costretto a vivere. La scena, a metà tra una sitcom americana e un happening iperrealista, è intervallata da una serie di personaggi straordinariamente interpretati, una prostituta sotto “protettore”, il pappone dell’est, un finto guru tossicodipendente, un coattone spacciatore, che arricchiscono e forniscono ancora più immediatezza alla piéce.

Vi dirò, a tratti ho dimenticato di essere a teatro. La regia è superba, davvero, Gassman riesce a ricreare queste situazioni a metà strada tra teatro e cinema, sia attraverso le musiche, sia con questo pannello situato tra il pubblico e il palco che a tratti diviene protagonista e sul quale vengono proiettate delle immagini quasi oniriche. E’ veramente l’evoluzione del teatro, quella effettuata da Gassman, in continua ricerca di una dimensione terza, che riesca a dare le stesse emozioni del teatro ma sfruttando le situazioni coinvolgenti del cinema. Ti tradisce e ti illude, inizialmente, lo spettacolo, con la spontaneità quotidiana dei dialoghi tra Roman e lo zio, che sfociano inevitabilmente nella comicità, per l’utilizzo di un italiano pugliesizzato dell’uno e per il rumeno italianizzato dell’altro (incredibile la versione rom di Gassman); per la tenerezza del rapporto tra il ragazzo e il padre, quest’ultimo consapevole di essere quello che è ma nonostante tutto speranzoso che il figlio possa ancora essere diverso. Crudele, da tragedia greca, il finale. Lo spettacolo è patrocinato da Amnesty International, col chiaro intento di fornire spunti di riflessione sulla questione dell’integrazione degli immigrati in Italia: ricordiamocelo, ci siamo passati anche noi italiani, tanti anni fa…

Gassman e il suo Roman, Pirandello e i suoi giganti
Interessante e coinvolgente anche il secondo spettacolo al quale ho assistito che è invece un testo classico, l’opera incompiuta di Luigi PirandelloI giganti della montagna”, messo in scena dalla Compagnia Diablogues, fondata da Stefano Randisi ed Enzo Vetrano, affermatissima e pluripremiata coppia di attori che interpretano rispettivamente il conte e il mago Cotrone. Uno spettacolo ambiguo, come tanti testi pirandelliani, attraversati di frequente dal tema del doppio, che è alla base della poetica di Pirandello, qui rappresentata in maniera geniale dal gioco gemellare effettuato dalle sorelle Ester e Maria Cucinotti, entrambe interpreti di Ilse, la contessa. La scena è abbastanza minimalista, un po’ da Dopoguerra, ma che non permette distrazioni facendo sì che l’attenzione sia rivolta interamente agli attori, bravissimi e scelti alla perfezione per ciascun ruolo. La contessa è viva o è un sogno, appartiene al mondo reale, o porta tutti gli attori in una dimensione parallela, per raccontare la sua storia?

La magia di Pirandello è anche questa, far sembrare ciò che non è, rendere metafisico anche ciò all’apparenza è abbastanza ovvio, e la Compagnia Diablogues è riuscita a ricreare questa atmosfera, senza troppi effetti speciali, solo con la propria espressività, dimostrando di essere entrati alla perfezione nella mente dell’autore, per quanto potesse essere complessa ed enigmatica.

Sipario. Applausi.



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