Mi riallaccio ad un post inserito qualche tempo fa nel quale consigliavo di uccidere random un collega. D’altronde qualcuno disse che siamo allevati e nutriti per la morte, un branco di porci da macellare a caso. Considerando la contrazione del potere d’acquisto degli stipendi ritengo che sia possibile coniugare l’esigenza di eliminare fisicamente un altro individuo con il quale si condivide lo spazio lavorativo con una necessità primaria.
Visto che circa l’utilità di sopprimere un collega si è già , seppur brevemente, argomentato (spernacchiando in modo aulente le pastoie etiche che teoricamente dovrebbero opporsi contro tale decisione), gradirei chiosare quanto espresso esponendo riflessioni relative ai vantaggi del trarre nutrimento dalle carni macellate di individui che lavorano con noi.
Il vantaggio economico è notevole: un individuo di circa 80 chilogrammi fornisce dopo gli adeguati trattamenti non meno di 40 chilogrammi di carne. Conservata con le dovute accortezze soddisfa il fabbisogno medio di una famiglia per un periodo di alcuni mesi.
L’atto di mangiare la carne di un nemico o potenziale tale è assolutamente inebriante e da valore aggiunto al semplice gesto, talora volgare e scontato, di togliere la vita ad un altro essere umano (per quanto ripugnante costui possa essere).
Bisognerà ovviamente considerare
che la carne umana è ricca di fibre di grasso che penetrano piuttosto in
profondità . In molti consigliano di far frollare a lungo la carne in modo tale
che fibre possano essere più facilmente digerite. Oltre ad acquisire un sapore
decisamente migliore. Particolarmente indicata è la cottura prolungata al sugo,
dopo aver fatto caramellare le proteine, per ottenere intingoli decisamente
saporiti.