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GAYPOST. La donna secondo Silvio: bella e zoccola. Il resto è noia

Creato il 03 novembre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
GAYPOST. La donna secondo Silvio: bella e zoccola. Il resto è noia Come pochi sanno, visto che gli house organ non ne hanno parlato affatto, la prossima visita di Berlusconi in Germania ha creato serissimi imbarazzi alla nostra diplomazia. Angela Merkel, che di tutto può essere accusata meno che di non essere all’altezza del ruolo che ricopre, aveva fatto sapere, con grande discrezione, che incontrare Silvio non rientrava fra le sue massime aspirazioni. Dopo averlo visto esibire nei suoi numeri di cabaret, aver ascoltato le barzellette sconce sui froci e gli ebrei, assistito ai “cucù” e averlo atteso più di mezz’ora mentre lui risolveva la crisi turca (o con la turca, non si è mai capito), la cancelliera tedesca, memore anche del kapò all’europarlamentare suo connazionale Martin Schulz, aveva deciso che con Berlusconi non voleva avere più niente a che fare. Già durante le riunioni dei capi di governo, con la grazia che le appartiene, la signora Merkel si era tenuta a debita distanza da Silvio temendo che, in una improvvisa crisi di astinenza da sesso, allungasse una mano per palpare il culo anche a lei, ma il protocollo l’aveva obbligata a stare nella stessa stanza con lui e odorare il nauseabondo dopobarba afrodisiaco che Silvio ama indossare durante i vertici internazionali e le seratine-relax. Ora, dopo l’ennesima battuta da coattone omofobo che ha fatto ieri inaugurando il Salone del ciclo, biciclo e triciclo a Milano, Angela Merkel si è trovata a placare anche le ire di Guido Westerwelle, il ministro degli esteri del suo governo che proprio il 18 settembre scorso è convolato a giuste nozze con Michael Mronz, suo compagno storico. Questa storia del “meglio guardare belle ragazze che essere gay”, come tutte le frasi pronunciate da Silvio senza prima connettere il cervello alla bocca, ha causato un putiferio della madonna non solo in Italia, e ha fatto scattare, oltre la videolettera di Vendola, anche la pronta reazione dei gay di centro-destra (ci sono anche lì e sono tanti), a partire dall’insospettabile (non gay, ma oppositore) Alfonso Signorini che ha detto “Questa volta non sono d’accordo con Berlusconi”. In attesa che un altro gay, noto alle cronache come il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, ci dica cosa ne pensa, prendiamo atto che Enrico Oliari, presidente di Gay-Lib  (associazione pidiellina), ha annunciato la sua adesione a Futuro e Libertà, sbattendo la porta in faccia al presidente del Consiglio, e che Carlo Rossella, da quel gran gentiluomo che è, tace. Se non fosse il sintomo del sentimento predominante nella maggioranza degli italiani (e non solo di quelli che votano per Berlusconi), il pensiero di Silvio espresso a Milano potrebbe essere rubricato alla voce “fregnacce celoduriste senili”, ma siccome non lo è, la sensazione che ci troviamo a vivere in un paese profondamente omofobo diventa una certezza e completa un quadro già di per sé desolante. I froci, i negri e gli ebrei rappresentano in Italia la maggiore fonte di ispirazione delle barzellette e delle piccole e grandi violenze quotidiane. A fronte della desolazione intellettuale che queste manifestazioni provocano, c’è da aggiungere un “pensare” alla donna come a un semplice oggetto di desiderio, da qui a pretenderla bella, il passo è breve. Nella visione della vita di Berlusconi infatti, le ragazze (donne in fieri), sono considerate parti integranti dei suoi relax, e lo ha detto lui, mica noi; “Al termine di una faticosissima giornata di lavoro cosa c’è di meglio che distrarsi un po’ con una bella ragazza?” Certo, deve essere difficile per il Capo trovarsi di fronte una donna che ragiona, meglio una decerebrata con un paio di tette da sballo e possibilmente le labbra rifatte: il silicone, com’è noto aiuta, fa scivolare meglio. E la compagnia di una bella ragazza ha il suo prezzo, altrimenti chi diavolo potrebbe andare con un ultrasettantenne che si è rifatto come una velina qualsiasi? Dai 5000 ai 7000 euro. Una notte. Sesso senza pensieri. Una bambola gonfiale in carne e ossa. Un amplesso che le immagini dei suoi incontri con Bush, Putin e Gheddafi contribuiscono a rendere memorabile. Il potere che si manifesta e l’illusione di avere un fascino che il potere rende irresistibile mentre a farlo sono solo i soldi. Più passa il tempo e più ci rendiamo conto che l’omofobia è parte integrante dell’immaginario liberale di Silvio Berlusconi, ed è un concetto che le sue tivvù, i suoi tiggì e i suoi servi, propagano come gli untori la peste. Ed è quella omofobia che consente agli uomini che vengono lasciati di ammazzare le donne che provano a farlo o di malmenarle brutalmente. La convinzione che la donna sia, e resti, di esclusiva proprietà del maschio è molto più diffusa di quanto si possa pensare; una volta apparteneva agli uomini sposati, oggi accade anche ai fidanzati o semplicemente ai “ragazzi”! L’omofobia è la conseguenza di una concezione atavica, ancestrale e, per dirla tutta, profondamente cattolica nella quale, procreazione a parte, alla donna tocca solo il ruolo di sposa, madre e regina della casa. Avendo vissuto in una famiglia a forte impronta patriarcale, ma avendo amato profondamente nostra madre, siamo riusciti a toglierci dal guano in cui, dall’operaio all’illustre professionista, il maschio italiano grufola da sempre, anche se c’è da dire che ci sono tantissime donne che, vuoi la cultura vuoi l’educazione vuoi le convenzioni sociali, a un uomo del genere non rinuncerebbero mai. Meglio schiave che donne libere ma “chiacchierate”. Berlusconi, insomma, non fa altro che il portavoce di quello che la maggioranza dei nostri connazionali pensa intimamente ma non ha il coraggio di confessare. Ruby o non Ruby, quello che conta non è “andare”, ma “venire”.

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