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Gli agenti della la squadra mobile di Caltanissetta e quelli della questura ennese, infatti, hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere, nell'ambito dell'operazione «Horcinus»,nei confronti dei 2 presunti autori: Nunzio Cascino, di 43 anni, gelese, e Gabriele Giacomo Stanzù, originario di Capizzi (Pa) ma domiciliato ad Aidone.
Entrambi sarebbero pluripregiudicati e ritenuti affiliati a Cosa Nostra e in particolare alla famiglia Emmanuello di Gela.
A Cascino il provvedimento è stato notificato in carcere, perchè detenuto per altri reati. Nelle ordinanze, firmate dai gip di Caltanissetta, Francesco Lauricella e Carlo Ottavio De Marchi, Cascino è accusato di avere ucciso il 16 gennaio del '93, a Gela, con tre suoi complici (uno nel frattempo deceduto, i restanti due divenuti collaboratori di giustizia) il pastore gelese Nunzio Rolletto, colpevole di avere tradito lo zio dei fratelli Emmanuello, il boss Angelo Emmanuello, detto «Furmiculuni», ucciso negli anni '80 dal clan dei pastori, poi denominati «stiddari».
A Gabriele Giacomo Stanzù viene attribuito il ruolo di mandante e di sostenitore logistico dell'uccisione di Franco Saffila, un operaio trattorista di Aidone, crivellato di colpi, il 29 settembre del '98, perchè avrebbe a sua volta assassinato il padre dello Stanzù per contrasti nell'uso di una strada d'accesso ai rispettivi poderi, confinanti.
Esecutori materiali della «vendetta a titolo di favore», sarebbero stati due uomini di cosa nostra gelese, il pentito Carmelo Billizzi e il boss latitante Daniele Emmanuello (deceduto nel 2007 in uno scontro a fuoco con la polizia, nell'Ennese) che era stato ospitato da Stanzù.
L'indagato è accusato anche del tentato omicidio di Johnny Molara, uno dei due figli naturali di Franco Saffila, vicino al padre al momento dell'agguato, che riuscì a sfuggire miracolosamente ai colpi di fucile da caccia sparatigli da uno dei killer.
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