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Gela, Porto rifugio “ il Grande Bluff”

Creato il 27 maggio 2012 da Cirignotta @cirignotta
Gela, Porto rifugio “ il Grande Bluff” Gela, Porto rifugio “ il Grande Bluff”Dopo anni di lavori e di manutenzioni milionarie(dragaggio del fondo sabbioso) oggi si scopre che il porto rifugio di Gela, non esiste. Indicato ipoteticamente nelle carte nautiche a fare la macabra scoperta, l’equipaggio della barca a vela Ombass battente bandiera Belga che giorno 24 maggio in seguito ad una mareggiata nel canale di Sicilia ha cercato rifugio proprio nel porto di Gela. Un grave errore,per i malcapitati perchè il porto di Gela ha dei fondali di 1 metro e mezzo, poco più di una vasca da bagno e l’insabbiamento è assicurato. A disincagliare l’imbarcazione le unità degli Ormeggiatori ,unità navali della Scam e dell’Eureco che hanno liberato con grande difficoltà lo scafo rompendo però il timone e facendo imbarcare acqua alla barca. Uno strano episodio che porta a dei ricordi lontani ben 18 anni di investimenti nel sito con richieste di finanziamenti,soldi arrivati e spesi male dietro ,forse, i soliti interessi e le solite mazzette politiche. Ancora oggi le istituzioni cercano di mirare alla grande miniera d’oro per dragare i fondali senza proporre uno stravolgimento strutturale dell’infrastruttura. Alla data odierna le spese pubbliche hanno raggiunto cifre che si aggirano intorno agli 8 miliardi delle vecchie lire con un risultato pienamente visibile caratterizzato da fondali inesistenti,un vero castello di sabbia. Tre le ditte che con l’avvallo della politica, negli anni, hanno fatto affari d’oro, attraverso il dragaggio della sabbia che sistematicamente dopo essere stata portata fuori dal porto è rientrata prontamente con la prima marea. Molte le bocche cucite “il passato deve essere nascosto!!” e la politica protetta nelle sue malefatte. A detta di tutti occorrono dei grandi investitori per cancellare la maglia nera di questo porto e porre il suo braccio esterno di Est verso il mare con la creazione di un arco di protezione nei confronti dell’ingresso del porto. A mantenere la bandiera issata i piccoli pescatori che ogni giorno animano le attività di un porto fantasma ed anche pericoloso ,quello di Gela.
      Di Maurizio Cirignotta

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