I ricercatori del Moffitt Cancer Center e della University of South Florida hanno scoperto che gli uomini con cancro alla prostata che ricevono una terapia di deprivazione androgenica possono prevedibilmente soffrire di stanchezza. Il fatto che essi possano successivamente soffrire di stanchezza può essere previsto attraverso lo studio di tre geni pro-infiammatori. E’ stato scoperto che i malati di cancro alla prostata che portano le varianti della IL6 e della TNFa nei geni , se trattati con terapia di deprivazione androgenica, sono soggetti ad una forte stanchezza.
Alcuni studi suggeriscono che le citochine pro-infiammatorie, che sono state collegate alla fatica dei pazienti con tumore, sono influenzate dal testosterone. Allo stesso tempo, il testosterone inibisce la IL6. La terapia di deprivazione androgenica limita il testosterone. Secondo i ricercatori i pazienti che presentano un maggior numero di varianti hanno una probabilità maggiore di avvertire un forte aumento della stanchezza e con effetto più duraturo.
L’identificazione precoce dei pazienti con fattori di rischio genetici può consentire ai medici di fornire interventi tempestivi, comportamentali o farmacologici finalizzati a prevenire o ridurre il loro senso di stanchezza. Questa scoperta mette in evidenza l’importanza della medicina personalizzata.
Un trattamento del cancro personalizzato, stabilito in base ai profili genetici presentati dal paziente, permetterebbe di massimizzare i benefici e di ridurre al minimo gli effetti collaterali.