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Genitori e figli: un manuale leggero per ridere della famiglia italiana

Da Sky9085

Genitori e figliIn questo film di Veronesi ci sono tutti gli elementi per una commedia all’italiana godibile ma certo molto “standard”. C’è Nina, l’adolescente timida al confronto con amiche più spigliate ed esperte, c’è il suo fratellino che espirme i suo disagi attraverso un esagerato ordio razziale, e ci sono i loro genitori, separati e sempre in conflitto.

Ci sono anche una nonna “alternativa”, aperta e spiritosa, e c’è l’amica della madre di Nina che vive una storia di sesso con il padre, chiaramente all’insaputa della sua amica. C’è, ancora, un’altra famiglia, sempre un pò stralunata. con un figlio belloccio e alla moda che, in barba ai valori trasmessigli, vuole ottenere un facile successo partecipando al Grande Fratello e desta così la rabbia e la preoccupazione del papà professore.

Il racconto passa per la voce narrante della ingenua e delicata Nina, partendo da un tema scolastico che poi prende le forme di un diario dettagliatissimo, in cui la giovane ha l’occasione di raccontare i tradimenti e le separazioni dei genitori, i suoi problemi giovanili e le tensioni che scorrono nella sua vita, fino ad arrivare a un epilogo sereno.

Nel film, insoliti i ruoli di Silvio Orlando e Michele Placido, in genere più impegnati e stavolta invece il primo nel ruolo di un genitore inquieto, che ha una relazione con l’amica – migliore – della ex moglie, il secondo che veste i panni di un professore alternativo che sbraita contro un figlio che proprio non gli vuole somigliare.
Questo manuale di Giovanni Veronesi è leggero e strappa le sue risate, si avvale di attori bravi e ironici – Margherita Buy, Luciana Littizzetto, Silvio Orlando, Michele Placido, Elena Sofia Ricci…- e resta così, una commedia simpatica che non delude proprio perché da essa non ci si aspetta altro che questo.
Certo, se il cinema italiano, dopo questo ennesimo “manuale d’uso” simpatico e soft, ci riproponesse ancora un altro film sulla stessa linea d’onda, allora beh, potremmo dire che no, non ce n’è più bisogno, e che ne abbiamo già visti tanti, troppi.


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