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Genitori empatici, figli emotivamente più intelligenti.

Da Quipsicologia @Quipsicologia

Quando i genitori offrono empatia ai loro figli e li aiutano ad affrontare sentimenti negativi come la rabbia, la tristezza e la paura, gettano tra sé e loro un ponte di sincverità e di attaccamento, allo stesso tempo insegnano ai loro figli a fidarsi dei propri sentimenti, a regolare le proprie emozioni e a risolvere i propri problemi accrescendo la propria autostima, ma anche la sicurezza e la fiducia in se stessi e negli altri.

empatiaChe cos’è l’empatia?

L’empatia è la capacità di sentire quel che sente un’altra persona. Quindi i genitori empatici, quando vedono i loro figli in lacrime possono immaginarsi al loro posto e sentire il loro dolore. Allo stesso modo, quando osservano i loro figli che battono i piedi furiosamente possono percepire la loro frustrazione e la loro collera. Se il genitore riesce a comunicare questo tipo di comprensione emotiva al proprio figlio, dà credito alla sua esperienza e lo aiuta a imparare a rilassarsi.

Dato che i bambini sono privi di risorse, imparano presto dalle risposte dei genitori al loro disagio che l’emozione ha una direzione e che è possibile passare da sentimenti di intensa tensione, rabbia, paura a sensazione di benessere e di protezione/sicurezza.

Certamente i bambini che vedono invece trascurati i loro bisogni emotivi non sono in grado di imparare questo insegnamento, per cui quando per esempio piangono di paura o di collera, non fanno che sperimentare altra paura, altra rabbia. Come risultato possono diventare passivi e inespressivi per la maggior parte del tempo. Ma quando poi si agitano perdono ogni senso di controllo. Non hanno mai avuto una guida che li portasse dall’agitazione alla tranquillità, per cui non sanno calmarsi da soli. Anzi fanno esperienza dell’emozione negativa come di un buco nero di ansia e di paura.

Gli effetti dell’empatia

L’essere buoni genitori implica necessariamente l’emozione e quindi implica l’essere empatici, ossia l’essere consapevoli delle emozioni dei propri figli, l’essere in grado di empatizzare con loro, di rasserenarli e di offrire loro una guida per la risoluzione dei problemi.

Dalle ricerche del dott. John Gottman sull’intelligenza emotiva sono emersi interessanti risultati, vediamo quali.

I ragazzi emotivamente allenati dimostrano maggiori capacità nel campo delle proprie emozioni di quanto non ne rivelano ragazzi non allenati a far questo dai propri genitori. Tra queste capacità c’è anche quella di regolare il proprio stato emozionale, ossia questi ragazzi riescono meglio a calmarsi quando sono agitati. Riescono a rallentare i battiti del loro cuore più velocemente. Il fatto di ottenere migliori risultati in quella parte della fisiologia che entra in gioco nel ritrovare la calma e la tranquillità, rende questi ragazzi meno esposti alle malattie infettive. Riescono a concentrarsi meglio, a essere più attenti, a relazionarsi più soddisfacentemente con gli altri, anche nelle situazioni socialmente difficoltose tipiche dell’infanzia, come quando si viene provocati e infastiditi, in cui essere troppo emotivi è una debolezza e non una risorsa. E ancora, riescono meglio a comprendere le altre persone. Stabiliscono rapporti di amicizia più solidi con i coetanei. Sono migliori anche nel rendimento scolastico. In breve, hanno sviluppato un QI (quoziente di intelligenza) che riguarda le persone e il mondo dei sentimenti, ossia un intelligenza emotiva.

La chiave quindi per essere dei genitori di successo non si trova in teorie complesse, in regole familiari macchinose o in astruse formule comportamentali. Essa si trova nei sentimenti più profondi di amore e di affetto per i figli, e si dimostra semplicemente, attraverso l’empatia e la comprensione.

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