Germania, meno rinnovabili e più carbone

Considerato tra i Paesi europei più attenti alle tematiche ambientali, la Germania si appresta a un cambio piuttosto brusco della propria politica energetica.

Da un lato, infatti, è alle viste uno stop piuttosto deciso alle crescita delle rinnovabili, come ha annunciato il Ministro dell’Ambiente Peter Altmaier in occasione della la presentazione del piano d’emergenza di Berlino per arginare i pesanti oneri degli eco-incentivi sulle bollette dei consumatori.

In particolare, il governo di Berlino potrebbe breve applicare un tetto del 2,5% alla crescita annuale degli impianti alimentati con energie rinnovabili. Alla base del provvedimento, l’aumento di 5,28 centesimi per chilowattora che i consumatori tedeschi si sono trovati in bolletta, che rappresenta quasi il 50% in più di quanto hanno pagato nel 2012.

Ma non finisce qui. Perché contemporaneamente il Paese si appresta ad aumentare la produzione da lignite e carbon fossile, per colmare il gap prodotto dall’addio al nucleare.

Una scelta condivisa sia dai conservatori che dai socialdemocratici. Soprattutto questi ultimi, sembrano piuttosto sensibili al fatto che la costruzione di nuovi impianti implicherà la creazione di nuovi posti di lavoro. E anche gli ecologisti, loro alleati in diverse regioni, non si oppongono con la durezza che ci si potrebbe aspettare. Anzi, i verdi tedeschi hanno sottoscritto un accordo in cui hanno accettato che il carbone sia sfruttato come tecnologia-ponte verso un futuro diverso. Ma intanto, si va avanti così.

[foto da energoclub.org]