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Germania untore d'Europa

Creato il 17 giugno 2011 da Dagored
Germania untore d'Europa
Se fosse vero che tre indizi formano una prova, dopo il contagio dei sette bambini francesi causato dalla carne tedesca, venduta nei supermercati tedeschi della catena Lidl, non si potrebbe, a questo punto, non pensare che la Germania, con i suoi prodotti alimentari, rappresenta un rischi per la salute degli Europei tutti, perché sono ormai quattro gli episodi di contaminazione che vedono protagonisti i prodotti agricoli tedeschi.
Per fortuna questa volta il batterio che ha causato l'infezione non è tossico come quello nascosto nei germogli di legumi, che continua a fare vittime, e i bambini sono fuori pericolo. Non erano altamente tossiche anche le famose mozzarelle blu, ma pure quelle contenevano un batterio della stessa famiglia dello E Coli, a testimonianza che tutte le contaminazioni sono avvenute perché i prodotti sono venuti a contatto con acqua inquinata da scarichi fognari.
Il mito della affidabilità dei prodotti tedeschi è ormai seriamente compromessa, perché i ripetuti casi di ritrovamenti di merce contaminata dimostra di come i controlli igienici germanici lasciano molto a desiderare e che le diverse fasi di lavorazione dei prodotti da immettere sui mercati dell'intera Europa sono eseguite con sciatteria, superficialità, menefreghismo e approssimazione.
Sembra però che a Berlino nessuno si stia stracciando le vesti per l'onore perduto. Il silenzio, neanche imbarazzato, delle autorità tedesche, sembra piuttosto perseguire la tattica del lasciar passare la buriana, che tanto la gente dimenticherà in fretta.
La commissione europea per l'agricoltura e lo sviluppo rurale ha promesso di stanziare 150 o 200 milioni a favore degli agricoltori danneggiati dal calo dei consumi dei prodotti ortofrottucoli, ma di capire come mai dalla Germania arrivino sulle tavole degli europei così tanti veleni non sembra interessare nessuno.
Chissà cosa sarebbe invece successo se all'origine di così tanti inquietanti episodi ci fosse stato davvero il cetriolo spagnolo, o magari il pomodoro italiano, piuttosto che l'oliva greca.
Probabilmente si sarebbero levate immediatamente voci a chiedere la chiusura delle frontiere per tutte le esportazioni dell'agricoltura mediterranea, mentre nessuno fino ad ora si è permesso neanche di consigliare di evitare i prodotti nati in Germany.
Il pericolo adesso è che il grosso dei risarcimenti promessi andranno a finire nelle tasche proprio degli agricoltori tedeschi, lasciando a quelli incolpevoli dell'Europa meridionale soltanto qualche spicciolo.
Ancora una volta la beffa oltre al danno, da un'istituzione che da sempre protegge e sovvenziona l'agricoltura del nord e tratta come una cenerentola quella del meridione.

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