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Roma: la rivolta dei "centurioni"

Creato il 12 aprile 2012 da Dagored

Sembra quasi di leggere una cronaca dal IV secolo D.C., quando ad ogni cambiar di stagione qualche legione si ammutinava e nominava un nuovo imperatore nella persona del suo comandante e invece siamo nel mese di Aprile dell'anno 2012 dalla nascita di Gesù Cristo e l'ammutinamento è quello di un gruppo di persone che ormai da qualche anno s'era inventato un modo per sbarcare il lunario: quello di mettersi addosso improbabili costumi da centurione romano per farsi fotografare insieme ai turisti in visita al Colosseo, dietro naturalmente un compenso in denaro (dai 20 ai 100 euro), qualche volta estorto in un modo decisamente non corretto.
Una "piaga", quella dei centurioni, che era stata segnalata da tempo da quanti hanno a cuore il decoro urbano, il rispetto degli antichi monumenti e, se vogliamo, anche la riproduzione filologicamente corretta degli antichi costumi, ma che è stata tollerata dalle autorità come lo sono da tempo tante altre attività illegali che danno però da vivere a tanta gente che altrimenti non saprebbe come tirare avanti.
Qualcuno s'era perfino inventato un albo dei centurioni (e nel paese degli albi professionali potrebbe non sembrare nemmeno una trovata bizzarra), ma l'idea era però subito tramontata davanti all'evidente impossibilità di valutare la "professionalità" di questi figuranti. Il fenomeno è rimasto così tollerato e mai disciplinato per anni, facendo in modo che il numero dei centurioni aumentasse notevolmente e con loro anche le pretese economiche e i modi a volte minacciosi da loro avanzate ai malcapitati turisti.
Va da se che, giunto il momento di dover prendere un provvedimento definitivo, che non può essere che quello di vietare l'esercizio di questo mestiere inventato, le autorità hanno dovuto scontrarsi con la resistenza di quanti da anni lo hanno esercitato senza mai avere problemi, giungendo a considerarlo ormai un "diritto acquisito", come il costume nazionale insegna.
La rissa che ne è seguita tra i centurioni e i vigili urbani è stata inevitabile ed è solo l'inizio di un conflitto che durerà chissà quanto, soprattutto perché come sempre in Italia la questione è già diventata politica (perché anche i centurioni e le loro famiglie votano).
Così, se l'amministrazione capitolina ha deciso di mettere la parola fine allo spettacolo decisamente poco decoroso offerto dal centro storico della capitale c'è invece chi, a cominciare dalla sovraintendenza ai beni culturali (ci tocca sentire pure questo)  difende il diritto dei centurioni a proseguire le loro rappresentazioni, tanto che si riparla di nuovo di un patentino da rilasciare ai figuranti, in cambio di una trasparenza fiscale (rilascio di scontrini, regole ben precise circa l'esercizio della "professione" e una accurata definizione dei costumi indossati, che dovrebbero essere rispettosi della verità storica).
La sensazione è chi sta andando verso un'ennesimo pasticcio e che niente verrà veramente risolto, come niente viene fatto per liberare i marciapiedi dalle mercanzie delle migliaia di venditori ambulanti che ormai rendono impossibile il normale passeggio in troppe strade del centro della città, quel centro che dovrebbe essere il biglietto da visita della capitale.
Ma lo Stato, in questo caso il Comune di Roma, è debole e dallo scontro con le agguerrite legioni dell'impero rischierebbe di uscire con le ossa rotte. Meglio trovare un accordo e fare tesoro del detto pronunciato dal patrizio Filippo Andrea Doria Pamphili, che quando nel 1944 fu chiamato a reggere provvisoriamente le sorti del municipio, davanti alle divisioni che si trovò di fronte esclamò: " Semo Romani, volemose bene".

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