gesti eclatanti e definitivi

ho seriamente pensato di chiudere il blog. ovvero: ho seriamente pensato di mettermi in stand-by a tempo indeterminato ma so, perchè è già successo in passato, che farlo avrebbe equivalso a smettere di scrivere per sempre. per qualche tempo mi sono chiesta quale direzione prendere. è chiaro che non sono un'intrattenitrice abbastanza gradevole per il lettore medio e per una serie di motivi ho deciso di non avventurarmi in critiche sociali e politiche; quanto alle vicende personali, a parte che la mia vita privata è di una noia mortale e quindi hai voglia te di raccontare quello che mi succede (niente), non ho mai amato sbandierare i fatti miei più di tanto. che a lamentarmi sono bravissima, eh, per non dire che a seghe mentali non mi batte nessuno, ma tutto ciò è racchiuso pudicamente nel mio diario segreto. non è che resti molto altro perciò. di sicuro non mi metterò a pubblicare ricette. e insomma, ho passato molti giorni chiedendomi che cosa diavolo ci sto a fare qui sopra, tanto più che da tempo ho ridotto le ore passate davanti allo schermo del computer a favore di altre attività. poi mi è capitato di riascoltare la mia sigla, quella canzone che aveva accompagnato l'ultima parola sul mio primo blog e l'apertura del Blog di Guchippai in versione Libero, e mi sono ritrovata a pensare al motivo per cui avevo aperto il blog. I dare say I'm happy, I dare say I'm lucky: erano le parole che finalmente osavo dire dopo un lungo periodo di buio dal quale ero uscita. ed era vero, ed è ancora così: I'm happy, I'm lucky. perciò questo blog deve restare il luogo della gioia e della leggerezza, delle cazzate e delle notizie sciocche,  delle risate e dell'ironia, delle chiacchiere piacevoli e solo occasionalmente, quando mi va giù la catena, delle lamentele. e se alla fine non mi si inculerà più nessuno, pazienza: andrà bene anche così, visto che in fondo questo è prima di tutto il mio parco giochi.