il Giudizio di Carlo Lanna Summary:
Diverte ma non troppo la nuova comedy del colosso televisivo dell’innovazione seriale
Getting On sicuramente non è una tra le serie tv più famose che il panorama televisivo ha da offrire, perché non brilla per ricercatezza e qualità. Prodotta e trasmessa dalla HBO, colosso televisivo fautore di intramontabili successi di critica e pubblico, Getting On è una serie ancora inedita per il pubblico italiano nonostante in America è giunta alla seconda stagione, infatti la prossima settimana, lo show, arriverà al tanto agognato season finale. Ispirata ad un’omonima produzione inglese, Getting on, rappresenta per il canale della HBO, la prima incuriosirne tra i reparti di un ospedale. Ben distante dall’affabilità di Grey’s Anatomy, la comedy seppur sprizza brio da tutti i pori, non riesce a convincere fino in fondo, eppure i critici americani, hanno sempre elogiato lo stile registico e le battute graffianti di una serie, forse, nata e concepita senza un vero magnetico appeal.
Getting on: il plot
In un anonimo ospedale, nel reparto di geriatria, conosciamo bizzarie e strane abitudini di un gruppo di medici ed infermieri. C’è un gruppo piuttosto variegato: dal capo reparto vicino ad una crisi di nervi, la nuova arrivata (da un passato poco chiaro), il sexy infermiere e la capo infermiera, una donno forte energica, logorroica che dedica la sua vita solo al lavoro ed all’assistenza degli anziani. Ogni episodio cerca di raccontare una giornata tipo, tra emergenze e battibecchi, illustrano una disarmante situazione di degrado negli ospedali americani.

Il punto di forza di Getting On
Pochi sono i punti a favore di questa dramedy prodotta in casa HBO. Se l’ironia rimane l’unica vera costante, Getting On, è comunque un prodotto di spicco all’interno del panorama seriale moderno. In bilico fra un falso documentario ed una commedia grottesca, lo show vuole essere un atto di denuncia al sistema ospedaliero statunitense, ed attraverso dei personaggi bizzarri e poco appetibili al lavoro che svolgono, la serie vuole (con forza) smuovere le coscienze. Simil realistico e poco patinato, Getting On piacerà molto a chi è in cera di un prodotto sui generis ed a tratti disimpegnato.
Il tallone d’Achille di Getting On
Nonostante le buone premesse iniziali, la serie, si perde in un panorama televisivo troppo vasto dove le sue caratteristiche peculiari non riescono ad emergere come si vorrebbe. L’ironia c’è ma è troppo velata per colpire fino in fondo, i personaggi sono artefatti e senza spessore, non c’è una continuità nella narrazione e la regia è troppo frenetica. Anche se la critica ama questa serie tv, tanto da convincere la rete ad investire su di lei, Getting On rimarrà un prodotto di nicchia, dedicato solo ai veri amanti di una serialità ricercata e fuori dagli schemi.
Una serie meritevole?
Rimane una serie meritevole ma anche anonima. Piace per la forte tematica di cui si fa portavoce, ma non occuperà un posto nel cuore delle spettatore per quella sua ironia troppo sarcastica, per l’atmosfera opaca ed asfissiante, per dei personaggi senza un vero appeal, e la consapevolezza di portare in tv una serie innovativa ma troppo hipster.
Di Carlo Lanna per Oggialcinema.net

