Muammar Gheddafi e le sue Amazzoni
Il primo settembre 1969 un gruppo di giovani ufficiali libici spodesta re Idris I e prende il potere. Gli antichi equilibri che per decenni hanno legato le potenze occidentali alla monarchia di questo Paese, sembrano improvvisamente rompersi. Il Foreign Office, le ambasciate britanniche in Medio Oriente e nell’area magrebina e i servizi segreti di Sua Maestà iniziano a redigere decine e decine di rapporti, lettere, note di intelligence e analisi politico-economiche. Gli inglesi sono colti di sorpresa da questi semisconosciuti ufficiali che si ispirano direttamente alla rivoluzione egiziana di Nasser (1952).
Ben presto l’attenzione di Londra si concentra su uno di questi militari che sembra emergere come leader. Il suo nome è Muammar Gheddafi. Ha 27 anni.
Saranno salvaguardati gli interessi britannici? Rispetterà il nuovo rais di Tripoli i contratti petroliferi siglati tra Libia e Gran Bretagna negli anni ’50?
La Libia finanzia il terrorismo internazione?
E soprattutto: Gheddafi è in perfette condizioni psicofisiche?
I rapporti inglesi ci raccontano anche alcuni aspetti della nostra diplomazia.
Angelo Salizzoni, sottosegretario della Farnesina, si incontra con il Foreign Office il 5 maggio 1971 e rivela che il ministro degli Esteri, Aldo Moro, ha aperto un canale di comunicazione riservato con il colonnello Gheddafi per valutare la “possibilità di riprendere i rapporti tra Italia e Libia”. Le carte ci dicono inoltre che in quelle settimane Moro, durante uno scalo tecnico del suo aereo a Djerba, sostiene una breve conversazione con Gheddafi utilizzando una radio ricetrasmittente da campo.
Dall’estate del ‘70 infatti i rapporti tra Italia e Libia sono ai minimi termini. Gheddafi ha ordinato la confisca dei beni degli italiani residenti nel Paese e poi, a ottobre, la loro espulsione.
Per consultare i documenti originali in inglese, clicca qui sotto:
Gheddafi nei documenti britannici 1
Gheddafi nei documenti britannici 2
Gheddafi nei documenti britannici 3