Perché sono andato a vedere GHOST RIDER: SPIRITO DI VENDETTA? Per Mark Neveldine e Brian Taylor? Non direi, anche se la loro regia mi è piaciuta parecchio. Sono forse un fan di Nicolas Cage? Sinceramente i suoi film mi sono sempre capitati, anche se lo trovo simpatico. Violante Placido? Nemmeno lo sapevo che ci fosse lei. No, l'ho fatto perché sono da sempre un accanito lettore di fumetti Marvel, non ho mai saltato una trasposizione cinematografica dei miei eroi o anti eroi preferiti, e poco importa che Ghost non mi sia mai andato particolarmente a genio. Anzi, quando ero un ragazzino mi faceva arrabbiare, perché toglieva spazio al vero protagonista dell'albo. Insomma, tu correvi in edicola e non vedevi l'ora di leggere una nuova avventura di Devil, e invece eccoti di nuovo Ghost! Non potevo certo immaginare che la mitica Editoriale Corno avesse praticamente esaurito la scorta di storie dell'uomo senza paura, e dovesse necessariamente dare spazio a quel teschio fiammeggiante. Tornando al cinema, ieri sera non mi sono divertito per niente. Non che mi aspettassi chissà cosa, ma GHOST RIDER: SPIRITO DI VENDETTA è veramente brutto. Prevedibilissima l'evoluzione della storia, scontatissimi e stereotipati il diavolo, il figlio del diavolo, il cattivone di turno e così via. Nessun brivido, nessuna emozione, per non parlare di quel fastidioso approccio umoristico che inevitabilmente azzera la credibilità e le possibilità di una scena drammatica. A mezz'ora dai titoli di coda, la mia ragazza mi sussurra un clamoroso "ce ne andiamo?" all'orecchio. Non potevo crederci, proprio lei che adora il cinema! Ci ho pensato due secondi prima di rispondere no. Voglio dire, non mi è mai piaciuto lasciare un fumetto, e di conseguenza un film tratto da un fumetto a metà. Così ho aspettato la fine, che è arrivata senza sussulti, nonostante il gran casino di effetti speciali sullo schermo. Poi, mentre tornavo a casa, una domanda nella testa: perché ci sono persone che decidono di andare al cinema e poi passano il tempo a chiacchierare, telefonare e messaggiare senza la minima traccia di rispetto per chi hanno intorno? Verrebbe da rispondere perché poi si ritrovano a guardare un brutto film. Ma con la maleducazione Ghost Rider non c'entra nulla, almeno questo bisogna concederglielo.
Magazine Diario personale
Perché sono andato a vedere GHOST RIDER: SPIRITO DI VENDETTA? Per Mark Neveldine e Brian Taylor? Non direi, anche se la loro regia mi è piaciuta parecchio. Sono forse un fan di Nicolas Cage? Sinceramente i suoi film mi sono sempre capitati, anche se lo trovo simpatico. Violante Placido? Nemmeno lo sapevo che ci fosse lei. No, l'ho fatto perché sono da sempre un accanito lettore di fumetti Marvel, non ho mai saltato una trasposizione cinematografica dei miei eroi o anti eroi preferiti, e poco importa che Ghost non mi sia mai andato particolarmente a genio. Anzi, quando ero un ragazzino mi faceva arrabbiare, perché toglieva spazio al vero protagonista dell'albo. Insomma, tu correvi in edicola e non vedevi l'ora di leggere una nuova avventura di Devil, e invece eccoti di nuovo Ghost! Non potevo certo immaginare che la mitica Editoriale Corno avesse praticamente esaurito la scorta di storie dell'uomo senza paura, e dovesse necessariamente dare spazio a quel teschio fiammeggiante. Tornando al cinema, ieri sera non mi sono divertito per niente. Non che mi aspettassi chissà cosa, ma GHOST RIDER: SPIRITO DI VENDETTA è veramente brutto. Prevedibilissima l'evoluzione della storia, scontatissimi e stereotipati il diavolo, il figlio del diavolo, il cattivone di turno e così via. Nessun brivido, nessuna emozione, per non parlare di quel fastidioso approccio umoristico che inevitabilmente azzera la credibilità e le possibilità di una scena drammatica. A mezz'ora dai titoli di coda, la mia ragazza mi sussurra un clamoroso "ce ne andiamo?" all'orecchio. Non potevo crederci, proprio lei che adora il cinema! Ci ho pensato due secondi prima di rispondere no. Voglio dire, non mi è mai piaciuto lasciare un fumetto, e di conseguenza un film tratto da un fumetto a metà. Così ho aspettato la fine, che è arrivata senza sussulti, nonostante il gran casino di effetti speciali sullo schermo. Poi, mentre tornavo a casa, una domanda nella testa: perché ci sono persone che decidono di andare al cinema e poi passano il tempo a chiacchierare, telefonare e messaggiare senza la minima traccia di rispetto per chi hanno intorno? Verrebbe da rispondere perché poi si ritrovano a guardare un brutto film. Ma con la maleducazione Ghost Rider non c'entra nulla, almeno questo bisogna concederglielo.
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