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Giacomo Festi - Vita da scarabocchio

Creato il 21 ottobre 2015 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1
 Giacomo Festi - Vita da scarabocchio
La fuga e l'insoddisfazione, l'odio verso il mondo e verso tutti. Si chiama adolescenza, sì.Ed è quello che ci racconta Giacomo Festi nel suo terzo romanzo, Vita da scarabocchioLeucotea Edizioni.  Fuggire dalla propria immobilità, alternando al desiderio di evasione, la paura dell'ineluttabilità. Perché la vita che fai, porta il tuo nome, ed è vero. Ma a volte a guidarci sono gli eventi e, che lo vogliamo o no, persino le azioni e il volere degli altri. Vita da scarabocchio è l'avventura drammatica e rocambolesca di una ragazza obesa, poco in sintonia col resto del mondo, e con se stessa. Elena ama disegnare, ma non ama il suo corpo e la sua vita, tanto da ridurre tutto ad uno squallido show: ingurgitare cibo di ogni genere.I problemi legati alla propria identità, alle relazioni sociali e la sfiancante corsa verso la risposta più ambita: "Cosa ci faccio io al mondo?", fanno di lei l'ennesima vittima di un sistema avvelenato, che guarda all'impeccabile e diventa inammissibile. La bella presenza, una forma che sia allettante, e possibilmente un bel culo - grazie! Elena viene descritta come un corpo esagerato, i cui contorni sembrano esplodere da un momento all'altro, tanta è la rabbia e la materia adiposa costretta a convivere in un una cosa sola. E nell'indifferenza e nel giudizio degli altri, spunta dal niente uno scarabocchio capace di muoversi da un muro all'altro e, tanto scemo da rivolgere la parola a quella cicciona sfigata e dark. Lo scarabocchio diventa metafora di evasione, e incarna nelle sue elementari fattezze (è stato disegnato da una bambina) tutta la complessità dell'età adolescenziale. Abbandonare il muro e staccarsi, verso un mondo ignoto, abitato da esseri piuttosto "strani", che camminano e hanno l'orecchio sempre impegnato. Gli occhi mai.E parlano, parlano per ore e ore, ma alla fine tutto resta in superficie, come il sistema vuole. Tutto appare e nulla più. Ad arricchire questo agglomerato di desideri e paure, il problema dell'integrazione e le conseguenze delle scelte sbagliate. Così come la difficoltà nel crearsi un ruolo preciso e poi doverlo mantenere, a tutti i costi. Ma a far scorrere le pagine, è la fantasia, che nonostante tutto trova sempre una via di fuga e si sposta, come quello scarabocchio. Di muro in muro, di testa in testa. Perché il nero non è mai "nero e basta", e per staccarti dal muro devi essere pronto a cambiarti. P.S. Complimenti all'autore, nonché amico e collega di molte avventure. Perché tutti hanno avuto un'adolescenza di merda, ma pochi le palle di staccarsi dal muro.  

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