Negli ultimi tempi resto delusa da opere che ritenevo promettenti e colpita da altre comprate quasi per caso in qualche mercatino. E' il caso, per esempio, di questo romanzo, che dalla copertina sembrava quasi di fantascienza e, dalla quarta di copertina, poco invitante. E invece si è rivelato una lettura appassionante.
E' ironico ma perfettamente congruo che Cole Perriman non esista e sia
soltanto lo pseudonimo di una coppia di romanzieri americani, sposati e
già autori di altre opere.
Questo è, se ho ben capito, il loro
primo gialGiallno quasi
roba da maniaci, quando un poliziotto americano non aveva ancora la sua
posta elettronica, quando sì e no si sapeva cosa fosse un hacker.
Il risultato è ottimo, psicologicamente raffinato, non privo di un
substrato culturale e antropologico di grande interesse che ne fa un
prodotto imprevedibile e interessante fino all'ultimo.