Si è presentato lo scorso 27 gennaio alla Libreria Ubik di Como il primo numero del 2012 della rivista Satisfiction in una serata che aveva tutta l’aria di una festa, di un ritrovo di vecchi e nuovi amici, alla presenza del suo Direttore Gian Paolo Serino. Il primo dei 4 numeri cartacei di 56 pagine formato tabloid che escono annualmente e che si potrà trovare in tutte le Feltrinelli in Italia come free press e in oltre 400 librerie indipendenti a partire dal 28 febbraio. Mi sono chiesta cosa renda questa rivista di cultura “nata per disturbare” (per definizione del suo stesso ideatore e autore, appunto il critico letterario Gian Paolo Serino che proprio a Como ha mosso i suoi primi passi nel mondo del giornalismo) così amata e seguita, al punto da “istigare” quotidianamente alla lettura circa 8000 persone al giorno, per non parlare addirittura di “un caso” come ha fatto in questi mesi la stampa nazionale. Tale definizione si addice perfettamente ai numeri che la versione on-line di Satisfiction conta, oggi che si avvale di una redazione di 60 collaboratori ed è visitabile dallo scorso dicembre su www.satisfiction.me, se è vero come è vero che ha 150 mila visitatori unici al mese: uno sproposito in Italia per un sito di letteratura.
Da dove cominciare, allora? Direi proprio da Gian Paolo Serino, personaggio tagliente e onesto, che di certo non le manda a dire come del resto la sua “creatura”. A voler cercare sue notizie sul web c’è solo l’imbarazzo della scelta: giornalista di noto spessore culturale, critico rock, editorialista di Avvenire, critico letterario per La Repubblica e Il Giornale, curatore di libri di successo e festival letterari.
Forse però tra le definizioni che meglio gli si addicono c’è quella di personaggio pubblico che pubblica ha voluto rendere lo scorso settembre, per gli appassionati che lo seguono in rete, anche la sua brusca rottura con l’ex editore di Satisfiction Vasco Rossi (oggi sostituito da Umberto Veronesi) dopo 24 anni di fraterna amicizia per disaccordi in merito alla linea comunicativa. A proposito di originalità, mai si è visto un Direttore licenziare il suo Editore, giusto per dirne una.
Ma la vera forza di Satisfiction sta nell’idea che la anima da sempre, ovvero da poco più di due anni, quella di essere forse l’unica rivista di critica, scomoda, in un’Italia in cui sempre più generale è l’appiattimento anche dei critici sui libri-panettoni che rispondono spesso o solo ad esigenze di marketing, che permetta a quanti vi collaborano, ma anche a quanti interagiscono attivamente ogni giorno attraverso le pagine del blog con le loro recensioni, di ritrovare una coscienza critica.
Va oltre Satisfiction, avvalendosi di penne coraggiose, giovani, di firme più o meno prestigiose, lanciando addirittura una provocazione al lettore, o proponendo forse solo uno sforzo di onestà intellettuale al quale oggi sempre meno siamo abituati. Così, dopo aver dato dei consigli al lettore propone addirittura il rimborso della cifra di copertina a quanti, acquistato e letto quel libro dietro suggerimento di una recensione o di un articolo, non se ne dicano soddisfatti. Un soddisfatti o rimborsati, dunque, che mai sino ad ora era comparso nell’ambito editoriale. Critica letteraria, anticipazioni degli autori prossimi alla pubblicazione, inediti di autori noti o meno noti, incursioni di musicisti che parlano di libri (da Vasco Rossi a Lucio Dalla) sono tutti argomenti che si possono facilmente trovare all'interno di questa free press che ha rivoluzionato il mondo delle riviste. I quatto numeri annuali sono disponibili anche in abbonamento.