Cecchini, tra gli artisti italiani emersi nello scorso decennio più noti e apprezzati all’estero, realizza per lo spazio del Teatro Studio una nuova versione dell’opera Cloudless, che dal 2006 trova nuove morfologie in dialogo con lo spazio naturale o architettonico che la ospita, dilatando le sue componenti, scale in alluminio e sfere modulari, come un organismo in metamorfosi. Nata per contesti museali come il PS1 di New York e il Palais de Tokio a Parigi, Cloudless al Teatro Studio si misura per la prima volta con un involucro privo di luce naturale, all’interno del quale si distribuisce e si moltiplica, partendo dalla sala e articolandosi in uno spazio insolito posto tra due platee che fronteggiandosi permettono agli osservatori-spettatori di rispecchiarsi gli uni sugli altri, incrociando gli sguardi nei volumi dell’opera. La Luce come dimensione percettiva chiamata a guidare la drammaturgia che scaturisce dall’opera, attraverserà ritmicamente la mutevole installazione ridefinendo senza sosta i suoi punti di equilibrio e amplificando la sua natura mista di assemblaggio materico che tende, nella sua variabilità e mobilità, all’organicità.
Questa ricerca della misura, tra oggetto e architettura, porta Cauteruccio a chiamare in scena sette corpi a testimoniare le diverse categorie dell’esistenza urbana, tentando una conciliazione, un dialogo tra la natura del corpo e l’artificio dell’opera. La drammaturgia si tesse con frammenti dagli scritti di Jean Baudrillard, Henry Michaux, James Ballard, incentrati sul valore metamorfico del corpo e sulla visionarietà sintetica dell’era contemporanea. La musica sarà affidata a A.M.Finaz, storico fondatore della Bandabardò. Lo straordinario musicista agirà dal vivo intorno all’opera con la sua chitarra elettrica, in una performance inedita per un confronto serrato con la voce trattata acusticamente dello stesso Cauteruccio.