Gianni Lettieri vorrebbe essere il nuovo sindaco di Napoli, si candiderà infatti alle prossime elezioni comunali ed ha dichiarato i suoi progetti e le sue idee per risanare la città al direttore di Panorama Giorgio Mulè, durante un “Faccia a faccia suoi problemi di Napoli” avuto luogo nel Complesso monumentale di Santa Chiara.
Lettieri critica la gestione di De Magistris e non accetta che a Napoli ci siano illegalità e tolleranza verso chi occupa immobili, chi lavora abusivamente e per l’amministrazione che agisce sul territorio in modo inefficiente. In città domina la criminalità che bisognerebbe distruggere facendo diventare Napoli “una vetrina di cose positive”.
Zero igiene delle strade e troppi ponteggi sono il simbolo di una manutenzione che non viene svolta periodicamente: “Napoli è stata impacchettata. Se non si fa manutenzione è logico che si finisce con l’imballare tutto. E poi manca l’igienizzazione delle strade, se a Napoli cadi e ti sbucci il ginocchio ti prendi la setticemia”.
Eppure Napoli è ricca di avvocati, imprenditori e ricercatori che farebbero invidia al mondo intero ed è proprio per questo che Lettieri, da futuro ed ipotetico sindaco, elenca tutte le cose da fare per salvare la città e trasformarla in modo efficiente come se fosse Milano, ma con il mare e, aggiungiamo, con un panorama mozzafiato. Microcrediti, manager di area in giro per la città, tasse ridotte e una riqualificazione delle periferie secondo Lettieri migliorerebbero Napoli.
Milano diventa dunque un modello da seguire per la sua efficienza ed il suo rendimento, ma l’illegalità e la corruzione non vivono solo a Napoli, sono presenti ovunque.
Basta semplicemente ricordare l’organizzazione dell’Expo di Milano 2015, corrotta da tangenti, organizzazioni criminali, appalti di aziende situate a pochi km da Milano e da attività della ‘Ndrangheta che, secondo alcuni, è stata una delle principali finanziatrici dell’esposizione.
Esposizione con cui si rischia l’ennesima figuraccia dell’Italia a causa dei lavori del Padiglione Italia che tanto efficienti non sembrano essere, dato che non sarà pronto entro il 1° maggio. Ritardi che mettono a rischio lo spazio riservato alla Regione, la mostra di Confindustria e le eccellenze agroalimentari di Coldiretti. Bisognerà solo correre disperatamente lavorando 24 ore su 24 e cercare di correre ai ripari, anche quando l’Expo sarà già aperta.
L’efficienza di Napoli va migliorata, d’accordo, ma siamo sicuri dei modelli che vanno imitati?