Sismografo
Sulla rivista Science sono state pubblicate 3 ricerche sui rischi che in Giappone ci sia un nuovo terremoto, come quello dello scorso 11 marzo. E le probabilità che si verifichi una eventualità del genere sono molto alte. Le ricerche hanno analizzato le caratteristiche dell’ultimo tremendo terremoto di magnitudo 9. Mark Simons del California Institute of Technology (CalTech) ha ricostruito i movimenti della crosta terrestre, causati dal sisma, grazie ai dati forniti dai segnali Gps. Successivamente li ha confrontati con quelli di grandi terremoti del passato, avvenuti in tutto il mondo. Il terremoto è stato più violento del previsto perché si pensava che nella regione di Tohoku-Oki “lo scivolamento delle placche avesse portato ad accumulare una quantità di energia relativamente modesta”. In realtà l’area è da sempre molto “attiva dal punto di vista sismico” e per questo ci sono molte probabilità che avvenga un nuovo tremendo terremoto. Un’altra ricerca è stata condotta da Mariko Sato del Dipartimento Ideografico e Oceanografico della Guardia costiera del Giappone e si basa sui dati dei sensori sistemati da qualche anno sul fondale marino. I ricercatori hanno potuto constatare “che la crosta terrestre si è spostata di 3 metri verticalmente e di oltre 20 metri orizzontalmente”. La terza ricerca è stata condotta da Satoshi Ide dell’Università di Tokyo ed “ha ricostruito in un modello la rottura provocata dal terremoto, provocata da movimenti avvenuti in direzioni opposte lungo la faglia e originati in profondità, da un meccanismo collegato anche alla generazione dello tsunami”. Infatti i ricercatori ritengono che questo tipo di movimenti possa determinare “l’arrivo di un terremoto capace di generare uno tsunami eccezionale”. (Fonte: Ansa)