Dopo lo tsunami dell’11 marzo 2011, sono stati molti i volontari stranieri che si sono recati in Giappone per aiutare la popolazione. Una solidarietà che ha colpito i giapponesi. Un’occasione, per molti giapponesi, di incontrare e conoscere “stranieri” che non avevano mai avuto l’occasione di incrociare. In effetti ricordo che, quando sono stata io in Giappone, i bambini ed gli adolescenti ci guardavano con curiosità. Soprattutto i bambini. Mentre in alcune occasioni gli adolescenti si erano avvicinati al mio gruppo perchè era una occasione per parlare in inglese. La tragedia giapponese dello scorso anno ha avvicinato la popolazione giapponese con le popolazioni degli altri paesi. Un gesto di fratellanza, come spiega una ragazza di Ishinomaki, nella prefettura di Miyagi: “Ci sono dei giapponesi ma anche un sacco di stranieri. Alcuni arrivano da paesi di cui io non so assolutamente niente. Sono dei perfetti sconosciuti ma mi stanno aiutando e io gli sono riconoscente“. Questo invece il racconto di Koichi, un volontario giapponese: “Le case, la città e tutto quello che c’è qua attorno è tipicamente giapponese, eppure sono certo che la lingua più parlata qui sia l’inglese. È molto strano, però ammiro davvero chi è venuto da tanto lontano per darci una mano“. E Jamie El Banna, responsabile di una associazione di volontari, ha dichiarato: “Adesso siamo in una nuova fase. Dopo la ricostruzione stiamo cercando di rilanciare le imprese locali. Non è facile ma stiamo facendo del nostro meglio e resteremo qui per un bel po’ di tempo“. (Fonte: TMNews)