Gibuti dice "grazie" all'Etiopia / Potrà utilizzare l'acqua delle falde sotterranee della Beluki Rift Valley

Contro la siccità e la carestia arriva l’acqua dell’Etiopia: lo promette un accordo ratificato questo mese dal parlamento di Addis Abeba, che garantisce a Gibuti il diritto di sfruttare gratuitamente le falde sotterranee della Beluki Rift Valley.

L’intesa, messa nero su bianco dai governi dei due paesi il 20 gennaio 2013, riguarda in particolare l’area di Shinile.

 In questa zona, amministrativamente parte della Regione somala e distante dal confine di Gibuti circa 100 chilometri, le trivelle del più piccolo paese del Corno d’Africa potranno pompare 103.000 metri cubi d’acqua al giorno per i prossimi 30 anni.

Secondo la rivista Africa Report, per predisporre l’avvio dello sfruttamento Gibuti prevede investimenti per 399 milioni di dollari.

Sulla base dell’accordo il paese beneficiario verserà risarcimenti alle comunità etiopiche interessate dal progetto, nei villaggi di Shinile, Ali Sabih, Dilhil e Ara.

Il via libera è stato dato dai deputati di Addis Abeba a larga maggioranza.

Si tratta di un gesto molto generoso in considerazione del fatto che anche l’Etiopia ha problemi di reperibilità d’acqua specie quando il clima in quelle aree, come accade sovente, gioca brutti scherzi e arriva la siccità.

In Etiopia da parecchi anni si adoperano per contrastare questo anche i volontari dell’LVIA (ong di volontariato e cooperazione internazionale con sede in Torino e a Cuneo) con numerosi progetti sostenibili.

L’acqua ,infatti, oltre che essere un bene prezioso per la vita, è un diritto di tutti e non certo appannaggio, magari a scopo di lucro, per pochi.

In tutta l’Africa la mancanza d’acqua può essere ed è quel “tallone d’Achille”,che condiziona ampiamente lo  sviluppo di parecchie  comunità  ma, soprattutto, incide sulla salute e il benessere fisico delle popolazioni con tutte le pesanti ricadute che possiamo immaginare.

          a cura di Marianna Micheluzzi (Ukuundimana)