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GIGI IL BASTARDO (& LE SUE 5 MORTI) – di Pee Gee Daniel

Creato il 22 gennaio 2013 da Philomela997 @Philomela997

Rubrica Autori emergenti

GIGI IL BASTARDO (& LE SUE 5 MORTI) – di Pee Gee Daniel

La quarta di copertina:

Non si può dire che la vita di Gigi sia tranquilla.
Soprattutto se il nostro eroe è alla ricerca della donna perduta, una sorta di via crucis al contrario dove, in una Torino da quartieri degradati e altri upperclass, l’incontro con un nano spacciatore, festicciole private, morti provocate o subite, il rapporto sessuale con una superobesa, agenzie matrimoniali, la devastazione di una droga dal nome Lizbona e perfino un rendez vous mistico-psichedelico con Dio, non potranno che condurlo verso un finale ben poco edificante, ma davvero indimenticabile.

Dice l’autore:

Questa mia opera è una sorta di Bildungsröman, un romanzo che narra la formazione del personaggio eponimo, attraverso tappe clausolari, benchè dissimulate, nella crescita umana dell’eroe (esperienza, catabasi, ybris e pietas, caduta e una salvazione sfiorata, ma non accettata e via dicendo), alle prese via via con un’insana violenza che gli scaturisce da dentro (una violenza sociale – o sociopatica – in quanto ribelle a convenzioni e norme) o con l’imposizione esterna di prese di coscienza e responsabilità che questi rifiuta e, anzi, contrasta (in ciò il personaggio di Gigi vorrebbe essere simbolo enfatizzato di tutta una generazione, colta nel difficile momento di maturazione cui va volgendo).
Il luogo in cui la/e storia/e si sviluppa/-no è la Torino più cruda e taciuta che elevo a rappresentazione della vita metropolitana sui generis e dei suoi stilemi, e, a un tempo, a fenomenizzazione dell’animo umano.
Il genere non è squisitamente poliziesco, thriller o simili. Non vi è alcun tipo di intreccio annoverabile a stili suddetti, sebbene i temi trattati ne siano in certa parte comuni.
Nell’economia della narrazione ho semplicemente voluto mettere in risalto la disperazione che si cela dietro le matte risate, la noia buia che sta dietro le troppe feste, la solitudine delle uscite in compagnia, la richiesta d’ aiuto urlata a un cielo sordo per via di preghiere fatte con sbornie, ottundimenti da droga e violenza delle più gratuite, la straziante difficoltà di crescere e la facilità d’una fuga spedita da ingaggiare al cospetto delle scelte fondamentali che la vita ci pone lungo il cammino. Cercando di riprodurre questi profondi disagi anche a mezzo d’ una forma complessa, a volte stridente, o aulica o involgarita d’improvviso, sempre composita, che va plasmandosi via via in sintonia con le vicende o gli stati d’animo illustrati. Forma così ricca di registri diversi e di diverse influenze, tesa a restituire i vari frangenti, stati d’animo, condizioni e tic mentali etc.
Parlando d’un manipolo di esistenze borderline, e tra di esse primus inter pares un personaggio dalle maschere multiple (che solo già nel nome contiene almeno quella di chi l’ha creato), i miei intenti erano quelli di raffigurare un ben più esteso impianto sociale: le ansie e i patemi, come pure gli improvvisi, spiazzanti moti di rivalsa dell’uomo tout court.
Il romanzo descrive il vissuto (o vivenza), circostanziato nel rapido ciclo di pochi giorni, del protagonista, alle prese con una vita sbandata, tra sesso-droga-avventure varie nella Torino di dieci anni fa circa.
La trama portante si rifà al solito schema dell’eroe che cerca la propria donna, perduta, anche se qui è riveduto e ben corretto, con una svolta finale anti-edificante.
Lo stile, ironico e sperimentale, tenta di stare al passo – attraverso tic linguistici, neologismi, continue invenzioni narrative e formali – con l’intricata psicologia del personaggio e dei vari eventi in cui di volta in volta questi incappa.
La forma è circolare: cioè, il testo comincia dall’esatto punto in cui finirà. Le cose che accadono sono tra le più disparate, tra incontri con un nano spacciatore o un medico/santone, overdose dalla conseguenze allucinatorie, violenze subite e/o perpetrate, hashish, coca, una droga (inesistente nel mondo reale) dal nome di Lizbona, spogliarelli, rapporti sessuali con una superobesa, un’olandese non cosciente, un trans prepotente, una disabile, la donna della propria vita, passaggi per quartieri degradati e altri upperclass, mercatini delle pulci, introduzioni casuali a festicciole private, locali alternativi, ristorantini romantici, agenzie matrimoniali, morti provocate o subite, addirittura un incontro mistico-psichedelico con Dio, etc etc.

[Pee Gee Daniel]

pag. 248

Isbn 978-88-97875-00-0

Editore Montag

Costo 18 euro

 


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