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Gigliola e Adelina – Torta al burro d’arachidi

Creato il 03 ottobre 2014 da Diletti Riletti @DilettieRiletti

 

“Mi fanno male i piedi, guarda come sono gonfi. Chi me le mette le calze? Ho freddo alle dita e mi devono venire a mettere le calze. Ma lo vedi che sei proprio una scema rimbambita? Mi devi chiamare quell’infermiera secca, quella che pare una mazza e non tiene le zizze, le devi dire che deve venire a mettermi le calze. Non lo vedi come sono gonfi i miei piedi? Muoviti che poi mi raffreddo e mio figlio si arrabbia, capace che viene e ti piglia a schiaffi, e non ridere vecchia cretina che questa settimana ha detto che viene e porta pure le bambine”. Adelina si costrinse a non ridere per non litigare con Gigliola, ma pensava davvero che le nipotine di quella rompiballe sembrassero due scimmie, altro che bambine. Il figlio poi, quel bell’arnese, aveva promesso a Gigliola così tante volte che sarebbe andato a trovarla che Adelina provò quasi tenerezza, ma durò solo un attimo. “Gigliò, tu mi hai scocciato, io non posso camminare, lo sai che mi sono venute delle emorroidi grandi come meloni. Non lo vedi che tengo il culo sopra a una ciambella? E non ti segnare, che Gesù mi perdona se dico culo, che lo sa che le emorroidi mi stanno facendo morire. Morire ti dico. Se vuoi a Margherita chiamala che quella viene e ti mette le calze, non mi scocciare e basta”. Gigliola cominciò a urlare il nome di Margherita così forte che quella poveretta arrivò correndo come una pazza, sicura di trovare una delle due vecchie della 16 morta stramazzata. Quando alla “Casa del buon riposo” uno dei pazienti decedeva infatti, il compagno di stanza in genere si prendeva una gran paura. Non per il morto è chiaro, ma perché sapeva che presto sarebbe toccato a lui. Quelle due megere stavano litigando come sempre, Adelina e Gigliola non si potevano permettere una singola e, dal primo giorno della convivenza forzata, sette anni prima, si erano sempre date aspra battaglia. Fu allora che Margherita commise una sciocchezza. Disse: “Smettetela per l’amordiDiod’amoreaccesoedellamadonnaedeisantitutti! sempre a urlare, a litigare, sono anni che ci fate impazzire, ma pensate alla salute che così non si può andare avanti!”. Si beccò per questo tutto il santissimo rosario delle malattie delle due. Artrosi, artriti, reumatismi, perdite idriche, vane varicose, trigliceridi e tanti altri termini talvolta buttati a caso dalle due, in una gara a chi stava combinata peggio, investirono la povera infermiera che si maledisse per quell’uscita infelice. A nulla sarebbe servito protestare e dire all’una quanto all’altra che non avevano nessuna malattia particolare, che ci sentivano e vedevano bene, mica come gli altri ospiti poverini, al punto che Margherita spesso regalava loro giornali che parlavano di matrimoni, vip e tradimenti, pur di farle tacere per un po’. Aveva ragione Margherita, così non si poteva davvero andare avanti. Le due vecchie formularono nello stesso momento l’identico pensiero: devo ammazzare quella stronza. Il primo tentativo d’omicidio fu di Gigliola che, approfittando di un sonnellino d’Adelina, aggiunse alla sua pasta da dentiera del dolcissimo latte condensato, sapendo che la sua nemica soffriva di diabete. Adelina, senza nessun rispetto per il lavoro di Gigliola, decise proprio quel giorno di far cadere la pasta Fissadent nel gabinetto, ma che davvero aveva l’artrite? Adelina, decisa anche lei nel suo proposito omicida, abbandonando brevemente la sua ciambella salva-emorroidi,  versò nel lassativo di Gigliola una trentina delle sue pillole per la pressione alta, ben sapendo che quella moscia di Gigliola invece soffriva al contrario di pressione bassissima. E non andò a capitare che proprio quel giorno a Gigliola venne una terribile diarrea? Margherita l’infermiera, come una furia visto il sovrappiù di pulizie che le toccò a causa dell’incidente, sequestrò tutti i lassativi che erano in camera. Seguirono una serie di incidenti per molti giorni a seguire: flebo staccate, siringhe rubate, medicinali scomparsi, stufette manomesse. Un vero disastro. Fino a quella terribile mattina. La “Casa del buon riposo” era in fibrillazione, almeno 4 truccatori professionisti si agitavano in corridoio, dandosi il cambio solo con altrettanti parrucchieri. Non potevano permettere che quella notizia si sapesse, due ospiti decedute lo stesso giorno, ed in quel modo.. Adelina e Gigliola giacevano gonfie, molto truccate e con i capelli cotonati tanto da sembrare due fan di Moira Orfei, tutto pur di mascherare quel che era accaduto. A dire il vero i parenti si accorsero del gonfiore sospetto, delle macchie coperte dal correttore ma impossibili da far sparire, delle palpebre troppo in fuori ma vollero ignorare tutto, decisero ognuno chiuso nel suo silenzio di fingere di non vedere una cosa evidentissima: le due anziane megere non si erano spente per vecchiaia, ma per un palese attacco allergico. La direttrice aveva fatto mettere le loro camere sottosopra il giorno stesso del funerale, come quelle due avessero fatto a mettere le mani su delle arachidi – allergia che le accomunava- proprio non riusciva a spiegarselo. Non trovarono nemmeno una traccia e, solo dopo molte ore, lasciarono perdere. Margherita chiese di poter riprendere i giornali che aveva prestato a Gigliola e Angelina, la direttrice acconsentì, rassegnata oramai a non capire cosa fosse successo. Margherita si riprese le sue riviste di gossip e si allontanò con uno sguardo torvo: l’aveva scampata. Nessuno mai avrebbe capito. Di ritorno nella saletta per le infermiere mise i giornali direttamente nella spazzatura e corse a lavarsi le mani. Il burro d’arachidi con cui aveva sporcato i lembi delle pagine le aveva unto i polpastrelli.  

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