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Notizie contrastanti dalla Siria. Mentre la Lega Araba annuncia che la conferenza di pace Ginevra 2 sulla Siria si terrà il 23 novembre, nel paese di Assad continuano le violenze con un bilancio di diversi morti e numerosi feriti in un attentato con autobomba. Il segretario generale della Lega Araba, Nabil el Araby, conferma quindi l’intenzione di tenere Ginevra 2, nonostante le “molte difficoltà da superare perché la conferenza abbia successo”. El Araby ha anche sottolineato che la conferenza “non si terrà senza un’opposizione convincente che rappresenti una parte importante del popolo siriano all’opposizione: Ginevra non è un obiettivo ma un passaggio di un processo continuo. Non è importante che tutta l’opposizione partecipi perché chi non ci sarà può partecipare al processo che seguirà”. Lo scopo di Ginevra 2 sarebbe quello di riuscire a porre fine alla guerra civile trovando un accordo tra le parti interessate, che dovrebbero accordarsi per un governo di transizione. Purtroppo però, nonostante Ginevra 2, continuano le violenze in Siria con due diversi attentati. C’è stato un attentato da parte dei ribelli al regime di Assad, che hanno fatto esplodere un’autobomba ad Hama, una delle roccaforti del regime siriano. Stando alla tv statale le vittime sarebbero oltre trenta, con decine di feriti. L’autobomba sarebbe stata caricata con oltre una tonnellata di esplosivo e avrebbe causato, nell’esplosione, l’incendio di un forgone carico di benzina che si trovava lì vicino, aumentando quindi la potenza della deflagrazione e il conseguente bilancio delle vittime e dei feriti. Notizie contrastanti quindi, che dimostrano come il processo di pace in Siria sia tutt’altro che avviato, dato che, se le istituzioni come la Lega araba o quelle internazionali concordano su un regime di transizione, previsto da Ginevra 2, che possa porre fine alle violenze, in Siria le decisioni sono tutt’altro che recepite a livello di tutti i gruppi armati, molti dei quali legati ad Al Quaeda, che insistono nella guerra civile contro il regime di Assad.