“E’ la cultura della nostra società ad essere vittima del gioco d’azzardo”, sostiene monsignor Carmine Recchia, della Fondazione Salus Populi Romani.
Un convegno della Caritas ha messo il dito sulla piaga che continua ad aggravarsi, crescente per numeri ed effetti dannosi. La Diocesi romana intende arginarlo e al convegno hanno offerto proposte concrete, oltre alla Caritas diocesana, il Centro diocesano per la pastorale familiare, la Fondazione antiusura Salus Populi Romani, l’ Azione cattolica romana. La diffusione delle slot machine e dei videopoker a Roma nell’ arco di due anni è triplicata: famiglie, anziani, giovani colpiti da ludopatia o a rischio dipendenza in percentuali consistenti d’ aumento. Un dossier dell’ Università di Parma e di Sita Ricerca (che hanno promosso un Osservatorio di marketing sociale) fornisce un quadro da soglia d’ allarme ampiamente superata. L’ altro giorno da Milano il presidente di Confindustria Gioco Italia ha lanciato proposte per un “percorso condiviso per affrontare le tante questioni legate al gioco legale”. Anzitutto per invertite la tendenza all’ aumento, e senza regole, di punti vendita e macchinette. Un buon segnale, che peraltro è anche un’ ammissione meritoria che si è ecceduto nel “mercato”. Un mea culpa che attendiamo ancora da molti esponenti di governo e parlamentari. Gian Paolo VitaleArchiviato in:Politica, Società Tagged: azzardo, Caritas, carmine recchia, gioco, parma, salus populi romani, Università