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Prima di tutto, a differenza di oggi, c'era caldo. Un bel sole limpido fino quasi alle sei, da star fuori solo col pile.
Secondariamente, sono riuscita a tornare a casa prima delle cinque, con i bambini ancora svegli. Quindi ci siamo subito fiondati sulle altalene. Disturbati dalla vecchia cleptomane rompiballe, siamo andati a vedere le mucche intanto che il papà si faceva la doccia.
Siamo rimasti un bel po' davanti ai vitellini. Amelia mi ha chiesto se gli mancava la mamma e io ho risposto che sì, gli manca, ma il signore che si prende cura di loro li accudisce e li coccola come una mamma (è un mio idolo, questo signore polacco che dà il biberon ai vitelli).
A conferma delle mie parole, il signore in questione è arrivato, ha tirato fuori un siringone e ha fatto un'iniezione nel collo di un vitello malato di polmonite. Ehm, ma alle mamme (e ai papà) toccano anche questi compiti ingrati, no?
Poi siamo andati a vedere le mucche in procinto di partorire, quelle in lattazione e quelle incinte.
Abbiamo visto una mucca tutta nera, senza neanche un pelo bianco.
Abbiamo visto un toro miserello (il vecchio toro di razza frisona non ce la faceva più, povero, e ora al suo posto c'è uno sbarbato) e un altro toro bello e forte.
Muggendo, siamo riusciti a farci rispondere da un vitello (ma non abbiamo la più pallida idea di cosa gli abbiamo detto).
Tornati a casa, abbiamo scoperto che era arrivato il cofanetto con i 40 episodi di Shaun the Sheep che avevo ordinato 2 settimane fa. Ci siamo spaparanzati tutti e 4 sul divano e ci siamo visti i primi 8 (sono come Pingu, di circa 5 minuti l'uno).
Dopo cena (quasi col boccone ancora in gola), Amelia si è addormentata ed Ettore mi ha chiesto di vedere qualcosa su YouTube. Per "qualcosa", dal momento che Shaun adesso è stato oscurato su YouTube per questioni (sacrosante) di copyright, lui intende le Indigo e/o Bregovic. Ci siamo (ri)guardati un paio di apparizioni delle Indigo ai Tribal Fest 2007 e 2008, quelle con la musica balcanica (anche dal vivo) della Brass Menazeri. Da lì a Kalashnikov, Mesecina, Jeremiah, Ringe Ringe Raja, Hop Hop Hop, il passo è stato breve. Ad Ettore non bastava mai, continuava a dire "ancora". Finché non è crollato addormentato anche lui. Come quando, a luglio, eravamo andati a sentire il concerto di Bregovic a Collegno e lui aveva voluto restarmi in braccio fino a quando non è caduto addormentato sulle note di In the Death Car.
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