Esiste una gioia che si sceglie.
Non si ricerca, ma si costruisce. Non deriva dall’esterno, ma si trasmette agli altri. Non rinnega le fragilità, ma si rigenera dalle stesse. Non nasce da un momentaneo senso di benessere, ma dalla salda decisione di vivere.
Ed esiste Boris, l’autore del libro recensito oggi da The Freak, che è la persona che mi ha fatto scoprire questa forma di gioia.
Perché con Boris questa gioia è concreta, autentica, immediatamente percepibile. Non si disperde in parole e non ha alcuna pretesa di essere assoluta. Nasce da un continuo desiderio di conoscenza, dalla progressiva acquisizione della consapevolezza di sé e da un’indagine sulla vita che Boris ha intrapreso negli anni e che ha scelto di non interrompere.
Il libro di Boris, intitolato “La Gioia”, è il frutto di questo percorso di crescita personale e di osservazione della vita.
È una raccolta delle emozioni e riflessioni dell’autore. È nato dal desiderio di Boris di raccontare alla figlia tutto quello che ha preceduto la sua nascita e gli anni successivi.
È un diario della vita dell’autore che crea un ponte tra il suo passato, il presente ed il futuro, ma che si rivolge anche al nostro passato, al nostro presente e al nostro futuro.
È una chiave di lettura della vita, utile per qualsiasi persona voglia acquisire una visione più profonda del proprio esistere e costruire nel tempo questa forma di gioia.
L’aspetto forse più bello di questo libro sta, però, nella leggerezza e nell’originalità con cui ciò viene trasmesso.
Le pagine e le parole del libro scorrono senza che il lettore se ne accorga e lasciano un messaggio destinato a rimanere sempre impresso e ad essere riletto tutte le volte che si sente la necessità di farlo.
Ho avuto la possibilità di intervistare Boris e di parlare con lui del libro. Ma come tutte le cose che riguardano Boris, niente è andato per come avevo programmato. Lui mi ha travolto con il suo entusiasmo contagioso, con la sua voglia di conoscere e di farsi conoscere e, pur senza fare nessuna delle domande preventivate, sono riuscita ad avere tutte le risposte che volevo.
Così abbiamo riletto insieme alcune delle parti più significative del libro.
Abbiamo letto, più precisamente, le n. 178, 179, 180, 181, 215, 283, 284. Perché un altro aspetto del libro è che raccoglie e trasmette al lettore in via immediata e diretta le frasi scritte dall’autore, numerandole progressivamente, in modo che ognuno possa ricordare e annotare le preferite.
Voglio, così, riproporre l’incontro con Boris ed il suo libro proprio per come l’ho vissuto e letto, senza nessuna presentazione, senza cercare di riempire di significato e di commentare i suoi pensieri e percorrendo, quindi, quello stesso sentiero da lui seguito, cioè la voglia di lanciare indizi, rifuggendo dalla pretesa di dare spiegazioni.
Non potendo riportare integralmente tutte le parti, ripercorrerò i passaggi che mi sono rimasti più impressi ed il breve racconto che Boris mi ha regalato dopo la lettura.
n. 215 (dedicata alla moglie)
Perché si crei un vero rapporto l’io deve cessare di esistere.
Quando imparo ad amare, tutto è estremamente semplice ed essenziale e naturalmente gioioso, non c’è dipendenza, né gratificazione, né chiusura al Mondo. La realtà non si fugge, si affronta e si scopre insieme. Il tutto diviene un gioco di equilibri in continuo divenire dentro di te e nella coppia. Ma non c’è forzatura o rinuncia, c’è desiderio, umiltà, gratitudine e spazio. Non ci sono posizioni rigide, tutto può essere fonte di apprendimento, di creatività e di espressione dell’Amore che senti dentro.
n. 342
Non è forse lo Spirito leggero?!
Non è forse leggera l’aria che respiriamo e ci regala la Vita?!
Non sono forse leggere come piume le parole che ci entrano più nell’anima e ci conquistano?
E come è bello incontrare una persona così semplice da farti sentire leggera, non occupata!
Amo la leggerezza e spesso è la mia bussola.
Quando la ritrovo e la percepisco intorno a me o nelle cose che i raggiungono, il mio spirito ed il mio sentire la riconoscono e la sposano, come fosse una guida, un’indicazione.
Non è forse vero che ciò che avviene semplicemente , naturalmente, senza sforzo ci fa sentire vivi, connessi con l’altro e con il Tutto.
n. 181
MILANO BUM! (finale)
Ed ora sono nell’aria…sono nel vento e nulla mi può accadere e osservo dall’alto la spiaggia, il mare e sulla spiaggia i bambini che giocano e fanno il girotondo ed insieme a loro c’è mio padre. Ed io mi avvicino e gli chiedo: “Papà come stai?” E lui: “Benissimo! Anche da questa parte si sta benissimo”.
Gioia Boris
n. 283 (dedicata alla figlia)
(…)
“Ti amo come la gioia viva
e in abbondanza che nasce
alle prime luci dell’alba
dalla fiducia in una parola.
(…)
Ti amo come ogni minuto che passa
come l’emozione inattesa che nasce da questo ricordo.
Amo l’incertezza che nasce dal dubbio,
dalla ricerca dell’ignoto
e da ciò che ci attende oltre l’orizzonte.
n. 284 (dedicata alla figlia)
(…)
E quando il peso di una condizione ti potrà far soffrire,
ricorda a te stessa che nulla t’è dovuto e nulla
tu devi a nessuno o a te stessa se non la gioia
e la gratitudine alla Vita di essere qui, in questo momento
e dell’opportunità che in essa è!
Allora ti sentirai libera e leggera e tutto in te sarà in movimento.”
Come ci racconta Boris, la sua gioia è, quindi, innanzitutto, varia, in cui si cerca di armonizzare ogni aspetto della vita, quello interiore evolutivo, spirituale, umano ed emotivo.
È una gioia in cui l’amore non è non è gratificazione, ma è reciproco riconoscimento di spazio.
È una gioia leggera ma non superficiale.
È una capacità di connettersi con gli altri, frutto di un continuo spogliarsi, di un tempo vissuto e compreso, di una grande consapevolezza di sé, di fragilità che si acquisiscono e che diventano la tua forza.
È una gioia che nasce dalla voglia di accettarsi per come si è e non per come si vorrebbe essere.
È una gioia in cui si fanno coesistere il sogno e la realtà, consapevoli di come il sogno possa essere fonte di creatività ed ispirazione.
È una gioia in continuo movimento in cui si rifiuta ogni forma di staticità.
È una gioia in cui bisogna concentrarsi nel visualizzare i contesti dove voler vivere e rendere reale ciò che nel nostro mondo interiore ci rende felici.
Boris questa gioia riesce a trasmetterla solo con uno sguardo. Il suo libro è la proiezione di questo sguardo e verrà presentato oggi alle ore 19.00 alla libreria Mangiaparole, in via Manlio Capitolino, 8, Roma.
Consiglio a chiunque voglia cogliere questo sguardo di gioia di partecipare alla presentazione.
a cura di Giulia Corigliano