Quando leggo che la superfemminista Lorella Zanardo, candidata alle europee con la lista Tsipras, salta a piè pari una domanda sulla callipigia responsabile comunicazione del suo partito («non ho nulla da commentare»), mi viene in mente che in una donna impegnata in politica che decide di promuovere un simbolo usando il suo corpo non c’è nulla di male, ma se il simbolo fosse stato quello di Forza Italia e il corpo quello di una Carfagna, Zanardo il tempo di commentare l’avrebbe probabilmente trovato.
Quando mi imbatto in colleghi che si indignano perché qualcuno sostiene una posizione espressa da un politico o partito, solo per poi glorificare chi fa attivamente campagna per una sigla più vicina alle loro convinzioni, mi domando se forse non esiste una risibile questione di doppiopesismo. Non è mio compito giudicare chi è più o meno – e più o meno a ragione, a seconda del caso – etichettato come “renziano” e organico all’attuale governo, ad esempio, ma a onor del vero non ho ancora letto nessuno dei suddetti colleghi fare le pulci a Gilioli per il suo dichiarato e onnipresente sostegno all’Altra Europa con Tsipras (sostegno peraltro lecito, secondo me. Ma appunto: secondo me). Per dirne uno.
Quando ravviso che lo scivolone di una firma di una testata di sedicente collocazione liberale chiama sberleffi e cori di scherno, mentre una Barbara Spinelli – o chi per lei – può reinventarsi geopolitica e storia fra le righe di tutti gli editoriali che vuole, mi domando se per alcuni una cantonata pesa più di un’altra. E quando mi accorgo che la dichiarazione ridicola del politico di centrodestra rimbalza ovunque, mentre quella dell’esponente di sinistra-sinistra viene ripresa solo dai soliti quattro Cerasa, penso che le idiozie in certi ambienti gauche vengano amplificate solo se la provenienza è quella giusta.
Si potrebbero aggiungere diversi altri punti a questa lista, peraltro limitata dalla mia esperienza personale al mio ambito lavorativo: le manifestazioni quasi sempre giuste e tranquille se vengono da sinistra, i toni ingiuriosi e il linguaggio sciatto costituzionalmente solo berlusconiani, la demagogia e l’ignoranza ambito antropologicamente monopolizzato da quelli al di là dei sacri confini. Recentemente siamo tornati a sentir parlare di Primo Greganti: pensate che fino a pochi anni fa ai congressi Pci-Pds-Ds veniva di sovente applaudito in maniera commossa. Perché non si era fatto beccare, ma soprattutto perché stava dalla parte giusta. Quella dell’autodefinitasi Italia migliore.