La mattina di venerdì mi venne voglia di andare a Pistoia: ma l’idea mi venne alle 9 e mezzo. Troppo tardi: quindi ci andai.
Arrivai alle dodici, quando già chiudevano le chiese, e i santi mettevano i grossi piedi callosi nell’acqua di seltz.
Che fare? Breve ricognizione: riparto per Prato. Sosta nei giardini di Prato (davanti alla stazione), e visita ai monumenti (anche il duomo è fino). Torno a Pistoia, nuovo giro in città, ricognizione dentro le chiese.
A Pistoia c’è una sola cosa straordinaria, mi pare: San Giovanni Fuoricivitas, la chiesa più larga che profonda, con la maglia della Juventus.
Pistoia – San Giovanni Fuorcivitas
Nella cattedrale c’è una madonna con l’aureola al neon (c’è anche a Lucca). Alla fine ero sfinito come un giovane sposo al terzo giorno del viaggio di nozze, ero tutto piedi, ma ero felice, in pace con me stesso, potevo anche dirmi parolacce e berci su.
( Giorgio Manganelli, lettera del 1961 dello scrittore alla famiglia, pubblicata, con il titolo “Tanti saluti da Sioscrofa”, dal quotidiano “L’Unità” il 18 ottobre 1993 )