Conosciamo ormai bene la situazione piuttosto tragica che attualmente sta attanagliando l’Europa sul fronte lavoro; una situazione non
Il Presidente Napolitano con i Presidenti di Camera e Senato Boldirni e Grasso
(Foto Presidenza della Repubblica)
certo diversa per l’Italia, che vive assai da vicino questa problematica sociale. Un’Europa che sta soffrendo la piaga della disoccupazione, e lo stesso sta facendo l’Italia. Questo il commento drammatico del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “Si è colto molto in ritardo il dilagare della disoccupazione giovanile”.
E’ questo, in fondo, il contenuto dell’intervista rilasciata dal Presidente al Tg5, dove ha aggiunto: “Quello della disoccupazione giovanile è un problema puramente italiano. Dobbiamo essere una Repubblica all’altezza dell’articolo 1 della Costituzione”. Insomma, se l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, è letteralmente paradossale che la prima piaga del Paese debba essere proprio la disoccupazione.
E proprio su questo tema scottante, il Presidente della Repubblica ha proseguito il discorso, facendo esplicito riferimento alla testata giornalistica “L’Economist”, che ha pubblicato un editoriale dal titolo denso e privo di ogni eventuale fraintendimento: “Una generazione senza lavoro”. Insomma, parole di fuoco che nella loro essenzialità racchiudono pienamente le condizioni del mondo attuale. Un sistema economico fondato sul lavoro, che purtroppo deve fare i conti con la sua drammatica assenza. Verrebbe dunque da chiedersi dove andranno a finire il mercato, il mondo e la società: una tragica deriva non troppo distante dalla realtà dei fatti. Una situazione che conta, solo per l’Occidente sviluppato, ben 26 milioni di giovani disoccupati. In buona sostanza, tutti coloro che, avendo ormai concluso gli studi (di ogni ordine e grado), non hanno avuto modo di trovare una collocazione lavorativa definitiva. Sempre il Presidente Napolitano ha spiegato: “Si parla, solo nei Paesi del mondo ricco, di 26 milioni di giovani che non sono più nel processo formativo, non fanno addestramento e non hanno lavoro. Nell’insieme, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha stimato la cifra di 75 milioni di giovani disoccupati, qualcosa di simile alla popolazione di un grande Paese”. Stime, dunque, del tutto raccapriccianti, che mostrano chiaramente l’attuale scenario dell’economia europea e non solo.
Secondo Giorgio Napolitano, la realtà odierna è stata determinata dal coniugarsi di differenti fattori: dal cambio delle tecnologie alla nuova situazione occupazionale, e quest’ultima – in particolar modo – avrebbe generato lo sconquasso maggiore. Una disoccupazione all’interno del contesto giovanile che si sta ormai allargando a macchia d’olio, investendo sia i vecchi Paesi dell’Europa continentale, caratterizzati da economie ormai rodate da decenni, sia i Paesi emergenti.
Articolo di Stefano Boscolo