di Rina Brundu. Secondo Hegel “la nottola di Minerva inizia il suo volo sul far del crepuscolo”. Un modo come un altro per dire che i filosofi (la civetta di Minerva era il simbolo della filosofia e della saggezza), i pensatori arrivano a comprendere date situazioni quando è già troppo tardi. La saggezza è dunque cosa che viene a posteriori, che diventa ammonimento per il futuro senza aver saputo prevenire il danno. Passato.
Tuttavia, a leggere dati editoriali “importanti” che si fanno notare in questi giorni sui giornali che contano, ad osservare dall’esterno certe guerre intestine che avviliscono il giornalismo nostrano (che a dirla tutta non ha mai brillato per i comportamenti eticamente inappuntabili), a sentire alcune dichiarazioni dei commentatori di grido, il dubbio sorge spontaneo: ma non è che quel rendersi conto a posteriori faccia un poco comodo? Del resto se la tecnocrazia, specialmente in questi tempi difficili, a qualcuno deve rendere conto (quello italico corrente sembrerebbe essere il primo caso di un corpo esterno che deve rendere conto alla Politica che lo appoggia, un poco come quando il padrone di casa si ritrova costretto a rendere conto al vicino piuttosto che a se stesso o alla sua famiglia!!), l’establishment intellettuale continua a fare un poco quel che gli pare.
Nel caso delle élite giornalistiche nostrane sembrerebbe addirittura che il “quarto potere” abbia dato alla testa. Da un lato si registra infatti la totale deriva di pensiero delle testate in mano ai poteri forti (ancora indecisi, questi ultimi, su quale carro elettorale saltare e quale “corrente virtuale” appoggiare, anche se c’è da scommetterci: prima o poi si farà avanti la voce autorevole che deciderà di sdoganare Grillo!!), che dunque fanno a gara per dare un colpo al cerchio e uno alla botte allo scopo di giustificare il loro stare a guardare; dall’altro le voci si rincorrono sulla possibile creazione di liste intellettualeggianti made in Tizio e in… Saviano e a nulla paiono servire le smentite dei diretti interessati.
Come dire, insomma, che il volo della “nottola” hegeliano, nell’Italia post-crisi economico-finanziaria elevata alla settima potenza, più che sul “far del crepuscolo” ormai si inizia nel cuor della notte. Nello specifico, dopo un quarto di secolo di berlusconismo figlio del grande fratello mediatico, dopo un quarto di secolo di “grande fratello mediatico” figlio della nostra pochezza neuronale, a circa cinque secoli di distanza (sarà questo il problema?) dal grande cogitare machiavelliano – e con tutti i problemi che queste “situazioni” più o meno nefaste hanno determinato – fa davvero impressione scoprire che tra le nostre sacre sponde il “pensiero” dominante recita ancora che la “buona politica” e il “saper fare buona politica” siano elementi direttamente collegati al grado di esposizione mediatica dell’eroe che dovrebbe portare a termine la rivoluzione.
Che ad applicare lo stesso modus operandi (pensandi?), occorrerebbe rendere grazie al cielo per il regime monarchico che vige nella terra di Albione, altrimenti Elisabetta II la Grande avrebbe dovuto fare posto… a J. K. Rowling. Forza Saviano, allora? No, grazie! Per una volta, Forza Italia…calcistica.
Featured image, ritratto di Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770–1831), autore Jakob Schlesinger (1792–1855).