Come si diventa giornalisti professionisti? Oggi ha senso aprire un blog? Si guadagna scrivendo online? Un blog permette di accedere al giornalismo? Sono solo alcune delle domande che ricevo spesso attraverso il mio blog-magazine LeUltime20.it.
Ho ricevuto una bella lettera qualche settimana fa da parte di una studentessa universitaria (che preferisce restare anonima) che dopo essere capitata nel mio sito, ha pensato di chiedermi qualche consiglio sul mestiere di giornalista. Le sue parole hanno ispirato questo post dedicato a tutti coloro aspirano a ritagliarsi un posticino nello sconfinato mondo dell’informazione online e offline.
Sono una ragazza di 24 anni, iscritta alla Facoltà di Giurisprudenza. Ormai mi ritrovo alla fine di questo lungo percorso di studi e se da una parte c’é un forte entusiasmo nel voler iniziare un nuovo cammino, nel voler trovare il mio ” posticino” nel mondo, dall’altra provo un po’ di timore nei confronti del nuovo: paura di uscire fuori da quel ” nido” che mi sono costruita da sola e con pazienza in questi anni. Ho sempre nutrito una forte passione per tutto ciò che avesse a che fare con la scrittura, perché spesso riesco a tirare fuori il meglio di me quando mi isolo da tutto e scrivo, penso, rifletto. Anche per questo motivo ho svolto un periodo di stage presso xxxx; avevo voglia di mettermi alla prova, di scoprirmi, di imparare e soprattutto di comunicare agli altri ciò che portavo dentro. Grazie a questa opportunità, ho scoperto la bellezza del giornalismo e proprio in questi giorni sto valutando l’idea di aprire un mio blog anche se forse manca il coraggio, non sentendomi ancora in grado di “gestire” questo genere di cose. Stasera mentre navigavo sul web, ho scoperto il suo blog e leggendo il suo profilo, dentro di me é esplosa qualcosa. Le riporto proprio quello che ho fatto dopo averlo letto: ho detto al mio ragazzo di leggere bene tutto, perché è proprio questo, quello che vorrei fare nella mia vita. La sua descrizione è come se la sentissi mia, come se rispecchiasse la mia indole, la mia grande voglia di viaggiare, ma allo stesso tempo anche il mio attaccamento alla famiglia ed il desiderio di costruirne una tutta mia. A conclusione di questa mia lunga presentazione (mi scuso, ma come ho detto prima, mi lascio facilmente trasportare dalla scrittura), volevo chiederLe dei consigli, in base anche alla sua esperienza personale, sul mondo del giornalismo.
Ho risposto privatamente a questa lettrice, cercando di darle qualche suggerimento dettato dall’esperienza e mentre le scrivevo ho annotato alcune considerazioni che condivido volentieri.
- Finché ci sono giovani con questo entusiasmo che “cercano un posticino nel mondo”, c’è speranza per il futuro del nostro Paese. Solo chi cerca, trova.
- Il giornalismo è una delle professioni più maltrattate degli ultimi anni. Consigliare a un laureando di dedicarsi a questo mestiere significa prendersi la responsabilità di rendergli la vita difficile. Ma era facile vent’anni fa? No, non lo era. Trovare qualcuno disposto a offrirti un’opportunità era cosa rara, quanto o più di oggi. La differenza? Se ti riusciva di trovare un posto in cui fare esperienza, venivi pagato. Oggi conosco colleghi dalla carriera ventennale che scrivono gratis su prestigiosi quotidiani “per mantenere caldo il curriculum”.
- I blog collettivi, spesso realizzati da decine di giovani studenti universitari, di fatto, sono l’evoluzione del praticantato che si faceva un tempo in redazione. Purtroppo però non danno la possibilità di accedere all’esame di stato, perciò il modo migliore per diventare professionista oggi è sicuramente quello di frequentare un master in giornalismo dopo la laurea triennale.
- Idealizzare il mestiere è tipico di chi non ha ancora avuto modo di conoscerlo da vicino. I grandi viaggi, le corrispondenze leggendarie e i reportage alla Oriana Fallaci sono stati sostituiti da notizie brevi e continue, da immagini e cronache in tempo reale. Chi pensa al giornalismo come professione di “bella scrittura” resterà deluso. Gli scrittori scrivono, i giornalisti informano (si spera).
- Aprire un blog personale non è una cattiva idea. Grazie ai social network, un blog permette di mettere la testa fuori dal “nido” (per dirlo con la lettrice), aiuta a mettersi alla prova, a far vedere quello che si sa fare. Oggi i “door opener”, le persone che ti offrono un’opportunità sono sempre meno. La crisi e la tecnologia hanno fatto sì che chi prima si guardava intorno in cerca di collaborazioni valide, oggi si limiti a curare il proprio orticello. Meglio, allora, coltivarne uno proprio e, magari, in un secondo momento cercare sinergie.
- I giornalisti che si dedicano esclusivamente al blogging in genere sono molto noti (e quindi usano il blog come una vetrina), oppure sono molto bravi ed estremamente competenti in settori di nicchia. La grande maggioranza, invece, scrive per integrare un reddito che proviene da attività diverse (ufficio stampa, collaborazioni etc.) o lo fa per passione (o con obiettivi diversi dal denaro come l’accesso a un certo settore di interesse). Sperare di guadagnarsi da vivere con un blog generalista è davvero difficile. I numeri necessari per far rendere le campagne pubblicitarie sono elevati. Sotto il migliaio di visite giornaliere campare si fa duro.
- Se nonostante tutte le brutte cose che ho scritto non vi siete scoraggiati, vuol dire che avete davvero voglia di inguaiarvi la vita con uno dei mestieri più belli del mondo. Poche cose danno soddisfazione come conoscere e raccontare le storie del nostro mondo. Ogni persona con cui si viene in contatto lascia qualcosa dentro di noi. Un patrimonio che nessuno potrà mai rubarci.
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