Attraverso una lettera indirizzata al ministro degli interni ucraino Avakov, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) ha fermamente condannato la detenzione di due giornalisti della testata online russa Lifenews.ru per opera delle autorità ucraine, definendo “inaccettabili” i boicottaggi e le intimidazioni messe in atto contro gli operatori dei media in Ucraina. Nella missiva, il rappresentante Osce per la libertà d’informazione Dunja Mijatovic ha chiesto la scarcerazione dei giornalisti, arrestati domenica mentre si trovavano nell’Est del Paese, e l’apertura formale di un’inchiesta sull’accaduto. Mijatovic ha inoltre espresso rincrescimento per la vicenda che ha visto protagoniste le troupe televisive russe di Kanal 1, NTV, TVC e Zvezda, a cui nei giorni scorsi le autorità ucraine hanno negato l’ingresso nel Paese, nonostante fossero state regolarmente accreditate per seguire le Presidenziali del 25 maggio, mentre è di oggi la notizia che una troupe del canale pubblico Rossija TV è stata invitata a lasciare l’Ucraina. Nella lettera, l’Alto rappresentante dell’Osce ha chiesto a Kiev di fermare le azioni contro i media, e di far sì che possano svolgere il loro lavoro “senza timori per la propria incolumità”.
Oleg Sidjakin e Marat Saichenko, questi i nomi dei due giornalisti, sono accusati di aver collaborato con i gruppi ribelli, in particolare avrebbero preso parte – a fini propagandistici – ad alcuni interrogatori condotti dalle milizie ribelli nei confronti di militari delle forze di sicurezza ucraine. “I due sono di fatto terroristi”, scrive il vicesegretario del Consiglio Nazionale di Sicurezza e Difesa dell’Ucraina Viktoria Sumar sulla sua pagina Facebook, a commento di un video che mostra i due incappucciati e tenuti inginocchiati da alcuni soldati. La Sumar ha descritto i due reporter come un tipico esempio di come il sostegno dei media contribuisca a promuovere il terrorismo.
“E’ probabile che alcuni giornalisti russi abbiano intervistato prigionieri oggetto di interrogatori – ha dichiarato Maxim Shevchenko, del Consiglio nazionale ucraino per i Diritti Umani, che sta trattando la liberazione dei due - ma io credo che quelle interviste non le abbiano fatte i giornalisti detenuti dalle forze di sicurezza”.