foto Max Ferrero
Un giorno come tanti, nella storica palestra del Tennis Tavolo Torino all’ombra del palazzo “Lavazza” di corso Giulio Cesare, il maestro Jiang Zilong dice a due ragazzi di palleggiare insieme. Uno si chiama Francesco, alla fine degli anni ’90 è rimasto su una sedia a rotelle dopo un brutto incidente e da allora ha cominciato a giocare in carrozzina. L’altra si chiama Carmela, è normodotata e dopo pochi scambi si accorge di doversi impegnare seriamente per vincere il punto. I due ragazzi non lo sanno ancora, ma quella mezz’oretta di palleggio cambierà per sempre la loro vita. Giocano insieme più spesso, iniziano a parlare e a frequentarsi, si fidanzano e si sposano. Oggi sono entrambi istruttori e insegnano nella stessa palestra; Francesco, che di cognome si chiama Baggio, segue da tre anni il gruppo disabili del Tennis Tavolo Torino. “Quando ho iniziato a giocare con Patrizia Saccà era un semplice passatempo” racconta, “poi è diventato un impegno più serio e ho debuttato in torneo nel 2001. Accanto all’attività da giocatore che tuttora continuo è poi cominciata quella da allenatore, un ruolo che mi ha subito incuriosito ed entusiasmato e che con il passare del tempo mi è piaciuto sempre di più. È una grande soddisfazione vedere come il gruppo stia crescendo, dal punto di vista tecnico e delle relazioni tra i componenti della squadra”.
Tra questi c’è Antonio Panichelli, che una volta alla settimana parte da Pinerolo per raggiungere l’estrema periferia di Torino, giocare a tennis tavolo e trascorrere un po’ di tempo in compagnia. “Ho cominciato all’unità spinale dopo l’incidente e a uno stage ho incontrato Francesco” spiega, “praticandolo più seriamente sono migliorato dal punto di vista tecnico e mi diverto di più; ma al di là di questo ho conosciuto altre persone, altre storie. Ci si trova per l’allenamento ma si rimane anche dopo, magari per mangiare tutti insieme; lo sport è aggregazione e amicizia, per questo viaggio volentieri per 50 km per venire qui”.
Antonio non è l’unico che percorre parecchia strada per arrivare alla palestra; Abdel abita dall’altra parte della città ma si sposta con i mezzi pubblici. Il tennis tavolo è una parte importante nella vita di tutti; ha permesso loro di fare riabilitazione e li ha aiutati a distrarsi e superare con più positività il momento post-trauma. A livello amatoriale, in questo sport le partite tra atleti disabili e normodotati possono essere equilibrate perché il vantaggio di giocare in piedi non è così determinante. “Il nostro è uno degli sport in cui c’è più integrazione, anche a livello federale” afferma Francesco Baggio, “dobbiamo continuare su questa strada”.
Proprio sulla base di questa filosofia è stata lanciata l’iniziativa della Giornata Europea dello Sport Integrato (European Day of Integrated Sport – EDIS), evento organizzato dallo CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale) che sabato 23 maggio coinvolgerà contemporaneamente 12 località italiane. A Torino si disputerà al PalaCollegno e vedrà le delegazioni di Spagna, Romania, Polonia, Grecia e Italia. “Ci sarà un tabellone di singolare e le regole saranno sostanzialmente quelle del tennis tavolo “in piedi”” prosegue Francesco, che sarà giudice e organizzatore, “gli incontri saranno al meglio dei tre set. Naturalmente, trattandosi di sport integrato, si affronteranno senza distinzioni persone normodotate, con disabilità fisica o mentale. Gli obiettivi sono far partecipare e divertire tutti, sarà un esperimento e una bella sfida”.