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Giornata mondiale contro la pena di morte

Creato il 10 ottobre 2011 da Simonetta Frongia
Giornata mondiale contro la pena di morte
10 Ottobre 2011 nona Giornata mondiale contro la pena di morte, oggi, in tutto il mondo e in tante città italiane, Amnesty International e le decine di organizzazioni che fanno parte della Coalizione mondiale contro la pena di morte, ribadiranno le ragioni del no alla pena capitale, racconteranno i progressi fatti in questi anni verso il traguardo dell’abolizione. Non è una celebrazione, anzi. Se, da alcuni anni, la domanda non è più “se” ma “quando” la pena di morte verrà abolita, fino a quel giorno sapremo che il boia continuerà a lavorare. Alla fine del 2010, erano almeno 17.800 i prigionieri in attesa dell’esecuzione nel mondo. Secondo dati non ufficiali, in Iran quest’anno vi sono state almeno 460 esecuzioni. Con le dieci  decapitazioni del fine settimana le esecuzioni in Arabia Saudita sono salite a  56. Negli Usa la pena di morte è stata applicata tra gennaio e settembre  37 volte.  Centinaia, forse migliaia, sono state le esecuzioni in Cina, dove il segreto di stato impedisce di conoscere la reale dimensione dell’applicazione della pena capitale ma non di lanciare campagne e appelli. Uno degli obiettivi della Giornata mondiale contro la pena di morte di quest’anno è di far sentire il fiato sul collo al governo della Bielorussia. L’Europa dei diritti umani tollera ancora che al centro del continente vi sia un paese dove si abbattono i prigionieri con un proiettile alla nuca: è successo oltre 400 volte dall’indipendenza del 1991. Il 19 marzo 2010, quando la madre di Andrei Zhuk ha tentato di consegnare un pacco di cibo alla prigione di Minsk dove era recluso suo figlio, il pacco le è stato restituito dalle autorità carcerarie, che le hanno detto che il detenuto era stato “trasferito”. Le hanno detto anche di non venire più in cerca di suo figlio, ma di attendere una notifica ufficiale da parte del tribunale. La mattina del 22 marzo, la donna è stata informata dal personale del carcere che suo figlio e un altro prigioniero, Vasily Yuzepchuk, erano stati messi a morte. E, come nel caso della madre di Andrei Zukh, le famiglie non sono informate dell’esecuzione se non dopo che questa è avvenuta; non viene comunicato nemmeno il luogo di sepoltura del condannato. Insieme all’organizzazione non governativa bielorussa “Viasna”, Amnesty International ha promosso un appello per chiedere al presidente Lukashenko di sospendere immediatamente le esecuzioni e commutare tutte le condanne a morte nel paese.
http://lepersoneeladignita.corriere.it/2011/10/10/giornata-mondiale-contro-la-pena-di-morte/ 

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