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Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: per 8 su 10 è ancora "prigione rosa".
Creato il 25 novembre 2010 da David Incamicia @FuoriOndaBlogUna donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, è stata vittima della violenza di un uomo. Un milione e 400 mila bambine hanno subito una violenza sessuale prima dei 16 anni e più della metà (il 53%) non lo ha mai confidato a nessuno. Gli autori restano sconosciuti una volta su quattro e sono per lo più parenti e conoscenti. Un milione le donne che hanno subito uno stupro o un tentativo di stupro. Otto donne su dieci sono malmenate, ustionate o minacciate con armi in casa. E’ questa la fotografia fornita dall’Istat, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Dati confermati, in percentuale, anche da Telefono Rosa, una delle associazioni di assistenza alle donne vittime di violenza: dei 1782 casi, 1503 sono denunciati da donne italiane, 278 da straniere. “Abbiamo avviato Telefono Rosa 23 anni fa, quando la violenza era in salita”, afferma la presidente Gabriella Carnieri Moscatelli. “Dovevamo restare aperti solo 3 mesi, ma non siamo riusciti a chiuderlo, perché in questi anni la violenza contro le donne è andata costantemente aumentando - spiega - perchè la nostra società è diventata più violenta”. “Noi siamo in tutta Italia - aggiunge la presidente di Telefono Rosa - e continuiamo ad aprire centri. Ma presto chiuderemo, perché ci hanno ridotto del 25% il 5 per mille. Noi non abbiamo finanziamenti pubblici”.
Il numero del Telefono Rosa è 06-37518282. Antonella Falieta è uno degli avvocati a disposizione delle donne che si rivolgono all’associazione. “Noi abbiamo preparato un libretto su due aspetti: come riconoscersi vittima, come riconoscere cioè la ‘violenza di genere’, e come identificare l’autore (marito o compagno) della violenza. Vi leggo alcuni passaggi: ‘Taci nessuno ti crederà, tu non vali niente. Mi devi obbedienza e sottomissione, sei la rovina della famiglia, non hai diritto di lasciarmi, tanto i tuoi genitori non ti sosterranno, ti porterò via i tuoi figli’. E frasi più gravi: ‘Ti ammazzo, io ti farò del male’. Oppure: ‘Smetterò di farti del male, non te ne andare’”.
Sembra un romanzo dell’Ottocento, specchio di un’altra cultura, difficilmente comprensibile nel Terzo millennio. Invece è quello che riferiscono le donne quando si rivolgono all'associazione. E sono donne preparate, spesso laureate, impiegate, dirigenti e che invece in famiglia subiscono questo tipo di comportamenti dal loro uomo, anche lui colto, istruito, professionista avviato.
Ci sono altre associazioni in Italia per le donne che subiscono reati. Ma c’è anche un disagio sociale nel rapporto tra uomo e donna che spesso sfocia in forme di violenza subdola. E in questo caso le donne vivono esperienze di denigrazione, di annientamento dell’autostima, che le porta a percepirsi come responsabili della violenza subita. Sembra assurdo che in questa epoca ci possano essere donne ancora così 'sprovvedute'. Sembra il profilo di una donna di 40 anni fa.
Solo dall’interno si può comprendere il fenomeno, capire che tipo di pressione subiscono queste donne dal loro compagno. Ammettere prima di tutto con sé stesse e poi con gli altri di aver fallito, che quello che pensavano fosse il compagno ideale si è rivelato sbagliato, è difficile da accettare e prescinde dal suo livello culturale. E’ la difficoltà psicologica di riuscire a dire che quell’assetto di sicurezza che credeva di aver realizzato venga a crollare, perché questi comportamenti toccano nell’anima.
C’è di fatto, ancora e purtroppo, una scarsa autonomia economica della donna. Ed è per questo che alla fine le donne sopportano dai tradimenti alla violenza, soprattutto in questo momento di crisi. E’ ancora un forte deterrente nel chiedere la separazione. Non avere un’indipendenza economica, non sapere dove andare con i figli, è una situazione che spinge le donne a non denunciare. Il fattore economico incide ancora molto.
Vi sono però poi donne che hanno la loro indipendenza, un adeguato livello di istruzione, una certa personalità e si incontrano con uomini che proprio questi aspetti non sopportano, perché si rendono conto che non riusciranno a tenerle sotto controllo. E allora magari attuano una violenza psicologia per indebolire la loro 'forza'. Bisogna essere sempre più pronte a reagire alla prima avvisaglia e ad allontanarsi.
Gli uomini si dovrebbero interrogare di più perché non riescono ad avere un rapporto alla pari con la loro compagna. Perché alcuni non ce la fanno ad avere accanto una donna in gamba, alla pari con loro.
Negli ultimi tre anni, infine, sono state 3 milioni e 864 mila le donne tra i 14 e i 65 anni ad aver subito almeno una molestia o un ricatto sessuale sul posto di lavoro. Rapporto di coppia, famiglia, casa, lavoro: non c’è scampo?
Fonte: Istat e Televideo Rai
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