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Giornata mondiale della Poesia - Tra le mie favorite...

Creato il 21 marzo 2013 da Lalenene @Irene_Marziali
Oggi si celebra la Giornata Mondiale della Poesia, istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale dell'Unesco nel 1999 e celebrata dall'anno succesivo. Primo giorno di primavera, è stato scelto il 21 Marzo per sottolineare il ruolo fondamentale della poesia nella promozione del dialogo e della comprensione al di là di diversità linguistiche e culturali, della comunicazione e della pace.
In occasione di tale ricorrenza, scrivo questo - ahimé breve e non granché significativo - post riportandovi alcune delle mie poesie preferite, tra gli autori più diversi.
"La Indifferenza" di Giuseppe Parini
Offeso un giorno Amore Da un mal accorto amante Giurò a la madre innante Che avrìa dell'offensore Dato un esempio eterno; Indi scese all'inferno. Olà monarca immite Del tenebroso Dite, Se di teneri affetti E d'ignoti diletti Ti fui largo una volta, Oggi tu pur m'ascolta. Fra le crudeli pene Che la tua chiostra tiene, Qual cagiona più pianti A i delicati amanti? Qual è che più li coce, E qual è la più atroce? Or quella a me concedi Per punire un mortale. Amor, ciò che tu chiedi Si faccia nel mio regno, Disse il prence infernale; E con la man die' segno. Ecco per l'ombre oscure Tosto venir le cure A cruciar destinate L'anime innamorate. V'è il rigore indiscreto, V'è il capriccio inquieto, Lo sdegno minacciante, Lo scherno umilíante, La dubbiosa incostanza, L'ansiosa lontananza, Il rifiuto ostinato, Il bando disperato. Sull'adunata schiera Incerto Amor pendea: E far la barba nera Plutone sorridea; E così gli dicea: Ben abile tu sei, Domator de gli Dei, A scegliere i piaceri Più graditi a i viventi; Ma non sai fra i tormenti Conoscere i più fieri. Non vedi, fra i tormenti Che la mia chiostra tiene, Con tranquilla apparenza La fredda indifferenza? Quella è il maggior cimento De gli animi costanti; Quella è il peggior tormento De i delicati amanti. Ahimè! l'irato Dio Prese quel mostro rio; E con mano sdegnata Ad abitar lo pose Ne le luci vezzose De la fanciulla amata. Lo sventurato amante Sofferto avrìa costante Il rigore indiscreto, Il capriccio inquieto, Lo sdegno minacciante Lo scherno umilíante, La dubbiosa incostanza, L'ansiosa lontananza, Il rifiuto ostinato, Il bando disperato; Ma non pote' soffrire La tranquilla apparenza; E lo fece morire La fredda indifferenza.
Emily Dickinson
Quando le Rose smettono di fiorire, Signore, E le Violette sono finite - Quando i Bombi in solenne sciame Sono passati al di là del Sole - La mano che indugiò per cogliere In questo giorno d'Estate Resterà oziosa - nel Bruno - Allora prendi i miei fiori - ti prego!
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Mutare? Quando i colli muteranno. Esitare? Quando il sole dubiterà se il suo splendore sia splendore perfetto. Saziarmi? Quando il narciso sarà sazio di rugiada: soltanto allora, amico! mi sazierò di te
Sonetto 116 di William Shakespeare
Non che all'unione di animi costanti ponga io impedimenti: non è amor vero quel che ai mutamenti muta i manti o s'immiserisce se l'altro è misero. Oh no, no esso è un faro per sempre fisso sulle tempeste, ma mai ne è turbato; stella polare è per chi è nell'abisso, e il suo valore è ignoto anche se stimato. L'Amore non è del Tempo il buffone, a dispetto della sua letale falce; l'amore ai suoi brevi momenti s'oppone resistendo fin al Giudizio iscritto in calce. Se questo fosse errore e sia provato, non ho io mai scritto e nessuno ha mai amato.
"La sera che l'amore vi fece in sala scendere" di Pierre de Ronsard La sera che l'Amore vi fece in sala scendere A danzare per arte un balletto d'Amore Gli occhi per quanto notte riportarono il giorno Tanti chiarori seppero gettare nello spazio.
Il balletto divino si soleva riprendere E rompere, rifarsi, e giro sopra giro Mescolarsi, sviarsi, voltarsi torno torno, Quasi imitasse il corso del fiume di Meandro.
Ora tondo, ora lungo, ora era stretto, Ora in punta, in triangolo, siccome Una torma di Gru ch'evita il freddo
Mentisco, non danzavi, il tuo piede volava Più alto della terra: così il tuo corpo s'era Trasformato una sera in divina natura.
"Se vuoi amarmi, per null'altro sia" di Elizabeth Browning
Se vuoi amarmi, per null'altro sia se non che per amore. Mai non dire: "L'amo per il sorriso e per le chiome, per le dolci parole ed i pensieri che somigliano ai miei, ch'oggi m'han dato un dolce sentimento di quiete". Poiche possoo tali cose, oh amato, per se stesse cambiare, o in te, l'amore, per asciugare il pianto alle mie ciglia: potrebbe non più piangere chi s'ebbe il tuo conforto che bagnino il mio volto, e ne morrebbe amore. Amami solo per amore: s'ama così per sempre, per l'eternità.
Catullo
Io odio e amo; forse chiederai come questo può essere. Non so, Ma sento ch'è così: sento e ne soffro.
"Come ti amo?" di Elizabeth B. Browning
In quanti modi ti amo? Fammeli contare.
Ti amo fino alla profondità, alla larghezza e all’altezza
Che la mia anima può raggiungere, quando partecipa invisibile
Agli scopi dell’Esistenza e della Grazia ideale.
Ti amo al pari della più modesta necessità
Di ogni giorno, al sole e al lume di candela.
Ti amo generosamente, come chi si batte per la Giustizia;
Ti amo con purezza, come chi si volge dalla Preghiera.
Ti amo con la passione che gettavo
Nei miei trascorsi dolori, e con la fiducia della mia infanzia.
Ti amo di un amore che credevo perduto
Insieme ai miei perduti santi, – ti amo col respiro,
I sorrisi, le lacrime, di tutta la mia vita! – e, se Dio vorrà,
Ti amerò ancora di più dopo la morte.

"Lasciami!" di Elizabeth B. Browning
Lasciami! Eppur resistere è ormai vano.  Vivrò nell'ombra tua. Sul limitare  dell'intima mia vita non piú stare  sola potrò, né il cuor di sé sovrano
sarà, né, come prima, al sol la mano  potrò serenamente sollevare, senza sentir quel che schivai, le care  tue mani sulle palme. Per lontano
spazio che tra noi metta il destino, batte il tuo cuor nel mio, sempre. Tu sei  in ciò ch'io sogno, e fo, come presente
la fragranza dell'uva è dentro il vino. Se imploro Iddio per me, il tuo nome Ei sente,  vede i pianti di due negli occhi miei.
"Quando ci separammo" di George Byron
Quando ci separammo In lacrime e in silenzio, Coi nostri cuori infranti, Per anni abbandonandoci, La tua guancia divenne fredda e pallida;  Piú gelido il tuo bacio ; In verità quell'ora ci predisse Di questa il gran dolore!
La rugiada del mattino Fredda mi si posò sul ciglio;  Mi apparve come il segno  Di ciò che provo ora. Ogni tuo giuramento s'è spezzato,  La tua reputazione è fragile :  Pronunciano il tuo nome  Enumerandone tutte le vergogne.
Avanti a me pronunciano il tuo nome,  Come un rintocco funebre ai miei orecchi;  E mi percorre un fremito — Perché tu mi fosti sí cara? Essi non sanno che un tempo ti conobbi,  Che ti conobbi bene : A lungo, a lungo ti dovrò rimproverare,
Ed è troppo difficile parlarti. Segretamente noi ci incontravamo: Ora in silenzio mi affliggo Che il tuo cuore abbia già dimenticato,  Che il tuo spirito m'abbia ormai ingannato.  Se io ti dovessi incontrare Dopo un lungo periodo di anni, Come potrei donarti il mio saluto? —  Con silenzio e lacrime.
"Amore" di Saffo
Scuote amore il mio cuore come vento nei monti si abbatte su querce.
Dolce madre, non posso piú tessere la tela; desiderio di un fanciullo mi ha vinta,  e la molle Afrodite.
Férmati, caro, rimani dinanzi a me, scopri la grazia che è nel tuo sguardo
"Dove la luce" di Giuseppe Ungaretti
Come allodola ondosa nel vento lieto sui giovani prati,  le braccia ti sanno leggera, vieni.
Ci scorderemo di quaggiú, e del male e del cielo, e del mio sangue rapido alla guerra,  di passi d'ombre memori entro rossori di mattine nuove.
Dove non muove foglia piú la luce,  sogni e crucci passati ad altre rive,  dov'è posata sera, vieni, ti porterò alle colline d'oro.
L'ora costante, liberi d'età,  nel suo perduto nimbo  sarà nostro lenzuolo.
E voi? Quali sono le vostre poesie preferite?
Con affetto, Irene


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