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Giornata n.17

Creato il 20 dicembre 2010 da Gianlucaciucci
Giornata n.17 Corre l'obbligo di commentare la vittoria nel "Mondiale per club" dell'Inter, rivelatasi facile in campo ma maturata in un clima tutt'altro che semplice e rilassato. La squadra nerazzurra è "Campione del Mondo" checché ne dicano i detrattori, tutti tifosi, in maggior parte dell'altra sponda di Milano; fanno bene invece gli interisti a festeggiare, perché la loro squadra ha vinto in maniera netta e non ha colpa nel naufragio dell'Internacional contro i congolesi del Mazembe. Poi si può discutere sul perduto fascino di quella che fino a pochi anni fa si chiamava Coppa Intercontinentale, che, comunque, ci aveva già fatto conoscere formazioni sudamericane piuttosto discutibili e che aveva regalato sfide epiche in anni ormai lontanissimi. La scarsa sportività degli italiani non è certo nuova e non la scopriamo oggi, basti ricordare l'epiteto "coppa dell'amicizia" coniato da Roberto Mancini, quando a vincere il mondiale fu il Milan, incapace in campionato di fare il solletico alla sua Inter. A mio parere la valenza della vittoria di questa coppa è data dal percorso che bisogna fare per aggiudicarsela, un percorso lungo quasi tre anni e che quindi difficilmente si può improvvisare. Per quanto riguarda l'Inter si è trattato di un percorso lungo 45 anni e che forse avrebbe meritato un clima di festa e non quello da fine corsa che sta vivendo, con un allenatore sfiduciato e molto presto defenestrato, una squadra in debito di ossigeno e, soprattutto, un presidente poco lucido. Il problema di Moratti è sempre lo stesso, ha grande passione per la sua squadra che non tramuta in competenza (do you remember Chino?). Il comportamento tenuto nei confronti di Benitez grida vendetta e, più in generale questa annata rischia di diventare uno strazio per scelte che non si sono volute fare ed altre fatte con dabbenaggine. Benitez dal canto suo ha fatto benissimo a sfogarsi dopo aver conquistato la vittoria, quindi a missione compiuta; ora farà i bagagli e si toglierà un bel peso dalle spalle. D'altronde le sue doti non erano certo in esame nella più isterica società dell'isterico pallone italico.
 La diciassettesima giornata regala delle sorprese: il Milan cade per la seconda volta a San Siro e per la prima volta resta a secco di gol, dimostrandosi Ibra-dipendente e palesando delle difficoltà contro le squadre di alta classifica (il Napoli fu battuto immeritatamente). Con le rispettive vittorie all'ultimo respiro Lazio e Napoli si portano a -3, mentre la Juve viene raggiunta dal Chievo sempre nel recupero e si ferma a -5. I bianconeri possono recriminare per alcuni episodi poco fortunati ed essere felici per la manovra sempre più fluida, la personalità in crescita nonostante le assenze pesanti ma i punti lasciati su campi non proprio proibitivi cominciano a pesare. La Roma continua a fare l'elastico ma è la squadra che soffre meno i big match e quindi va iscritta di diritto alla lotta scudetto, mentre il Palermo ne sembra fuori perché incapace di dare continuità al proprio campionato.
Niente derby della Lanterna a causa della neve e del ghiaccio su Genova.

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