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Non è una generazione che si rassegna, quella dei giovani che vivono il difficile periodo della crisi. Alcune indagini in uscita mostrano anzi come -a fronte di un 50% di under 30 che intendono lasciare l’Italia- chi resta si adatta, anziché stare con le mani in mano, accettando pure impieghi non consoni al proprio percorso di studi. Non è facile resistere in un’Italia dove i salari sono bassi, la stabilità del lavoro traballa, e si finisce col fare lavori che poco hanno a che vedere col proprio background. Vi terremo aggiornati su queste statistiche e questi studi.
Un’altra Italia che resiste è quella dei giovani che provano a fare impresa, dentro o fuori dal nostro Paese: illuminante in questo senso l’incontro “Back to the Future”, giovedì scorso a Monforte d’Alba. A questo link potete trovare la cronaca della serata: clicca qui per leggere.
Ma al di là della cronaca, vorrei qui riportare le “ricette“, che i giovani imprenditori hanno elencato sul finire della tavola rotonda:
-Loris Degioanni, uno dei più noti talenti italiani in Silicon Valley, ora Senior Director of Technology a Riverbed:
facilitare la creazione di start-up giovani, rendere il concetto del “fare impresa” qualcosa di positivo, un modello da seguire;
facilitare l’innovazione a livello legislativo, con norme ad hoc;
incentivare la crescita dimensionale delle aziende in Italia
-Paolo Bassino, titolare dell’azienda piemontese GoToandPlay, tra i suoi clienti la Walt Disney:
insegnare la cultura dell’imprenditorialità fin dalla scuola;
incentivare gli investimenti e l’occupazione;
vagliare strumenti di finanziamento innovativo per facilitare la creazione di start-up in Italia
-Andrea Baldini, venture capitalist a Early Bird Milano, dopo dieci anni passati tra Europa, Usa e Asia:
facilitare in ogni modo la creazione di start-up, in stretto collegamento con l’università;
legare crescita e sviluppo, con incentivi fiscali per smobilitare capitali e facilitare il business di chi investe
creare in Italia una cultura della “Exit”, tipica della fase matura delle start-up
-Dejan Bosniakivic, titolare della libreria Janus, esempio di straniero che si fa imprenditore in Italia:
aprirsi al mondo, imparando dagli altri e riportando in Italia il meglio delle best practices estere;
favorire la cultura imprenditoriale;
lavorare per creare un’immagine di Italia che dia certezze all’estero, soprattutto agli investitori stranieri
Da questi dodici punti, frutto di un lungo brain-storming serale, si potrebbe ripartire. Si deve anzi ripartire. La nuova classe dirigente giovane è pronta, ma quella vecchia saprà farsi da parte?
Chiusura in musica oggi: l’invito a levarsi di mezzo, agli inamovibili 60-70enni -classe dirigente italiana- che occupano indebitamente le poltrone di comando, replicando schemi decotti e defunti, cooptando come arma di difesa giovani 30-40enni inetti quanto loro, lo lasciamo a questo splendido brano del gruppo 7Grani: LIBERA LA SEDIA!
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